
“Ma onestamente, uno che è senatore potrebbe mai ragionevolmente essere risentito di non essere stato candidato a sindaco? Con un minimo di onestà intellettuale, chiunque risponderebbe seccamente di no”.
Il “leader” politico che oggi scende a patti con Renato Schifani, che prima era stato definito come il peggior male possibile, coperto di epiteti, dileggiato quale “ologramma”, “coyote”, “banda bassotti”, “politico con il catetere”, “stupratore della Sicilia”.. e chi più ne ha di certo ne può ricordare, dovrebbe meglio impiegare il proprio tempo a fare i conti con una base per l’ennesima volta confusa. Ma non era lo stesso De Luca quello che il 22 giugno del 2023 dichiarava che “Il presidente dell’assemblea regionale Gaetano Galvagno si sta facendo promotore di un incontro tra me e il presidente Schifani. Mi ha chiesto se volessi incontrarlo. Ho risposto che non ho problemi a confrontarmi con Schifani. Sicuramente non andrò ad inginocchiarmi alla sua corte e chiedere nulla“. Oggi quel De Luca, evidentemente, ha chiesto, ed i “suoi” stanno di certo cercando una valida spiegazione politica.
Dalla sua metamorfosi oggi la montagna ha partorito il topolino di un nuovo “movimento” che altro non sembra che un lasciapassare per vedremo quale incarico possa piovere dal tavolo di Schifani, presidente della Regione, uomo, non dimentichiamolo, dalla grande esperienza in quella foresta difficile e controversa che è la politica nazionale.
Eppure il De Luca, definito ieri dagli esponenti di Italia Viva Musolino e Faraone, “più giuda che Masaniello”, riesce a trovare il tempo per attaccare a testa bassa chi all’opposizione c’è rimasto e, coerentemente, conta di rimanerci. De Luca, quindi, rispolvera proprie interpretazioni della storia recente di quando abbandonò Messina per velleità politiche da lui stesso riconosciute a sconfitta palesata.
La senatrice Musolino, oltre che a rispedire l’ennesimo attacco al mittente, risponde per le rime ed è un ulteriore affondo: “De Luca risponda nel merito del tradimento del progetto politico” dichiara senza mezzi termini. La senatrice, in merito al presunto risentimento per “non essere stata candidata a sindaca di Messina, risponde quindi così: “De Luca ha scelto e nessuno gli ha contestato questa scelta. Altra cosa è giudicare l’operato del sindaco, che io critico per metodi, per gli obiettivi mancati e i notevoli fondi persi. Però ovviamente a De Luca fa comodo adesso tentare di fare credere che io parli per un risentimento personale perché ambivo ad una carica che non ho ricevuto. Ma onestamente, uno che è senatore potrebbe mai ragionevolmente essere risentito di non essere stato candidato a sindaco? Con un minimo di onestà intellettuale, chiunque risponderebbe seccamente di no. È l’ennesimo mascariamento di De Luca che, nel merito del comunicato, nulla risponde in merito al suo tradimento”, conclude Dafne Musolino.
