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Crisi del commercio e via Palermo: se chiude anche la sede Fenapi… Improvvisamente la crisi finora negata, adesso c’è

- 06/02/2025
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La crisi del commercio è stata affrontata in una seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Messina. Ma è stata davvero inquadrata? Da quella seduta sono emerse le solite visioni politiche contrastanti, i dubbi evidenti sul pacchetto viabilità, i timori sulla ricaduta di un PUMS inviso ai più, ma anche votato positivamente, anche se non completamente condiviso. Fatto rilevante questo, visto che chi lo ha votato, il PD, facendo la differenza tra approvazione e rigetto, improvvisamente, si accorge della sua negativa potenziale ricaduta. Meglio pensarci prima…

Il commercio è in crisi? Certamente si, anche se qualche mese fa c’era un sindaco e qualche presidente di associazione commercianti, compreso anche il presidente della Camera di Commercio, che snocciolavano dati interpretandoli in modo, tutto sommato, positivo, descrivendo la solita Messina che non c’è. Quasi, allora, si negava la crisi del commercio, in attesa di chiudere il viale San Martino e far varare il PUMS che prevede chiusure viabili e restrizioni venefiche per il futuro del commercio.

Oggi improvvisamente “la crisi c’è”, ma si continua a non comprendere che se il fisco pesa, se gli affitti gravano come macigni, che se non c’è liquidità, chiudere le strade, impedire i parcheggi, rendere la viabilità lenta perché si restringono le strade, si ottiene solo di dare il colpo di grazia alla città.

Per la verità ci aveva provato l’ingegnere Sciacca a ribadirlo proprio durante la seduta straordinaria di Consiglio Comunale, ma è stato subito violentemente zittito da un “democraticissimo” Presidente del Consiglio Nello Pergolizzi, evidentemente preoccupato che l’ex capo del Genio Civile, esperto di quel che si trattava, potesse “far politica nell’aula consiliare”. Che Sciacca si esprima o no, che i commercianti “irrequieti” perchè disperati vengano “identificati” dal poliziotto Pergolizzi, o no, resta il fatto che i polmoni commerciali del centro città sono alla frutta, e che nessuno ha preso per tempo contromisure e non lo sta facendo neanche adesso, anche solo avendo l’umiltà di non considerare ogni comunicazione quale attacco o, per dirla come l’amministrazione, atto di “sciacallaggio”.

Il commercio sta morendo e per qualsiasi ragione ciò stia accadendo è necessario davvero sedersi intorno ad un tavolo spogliandosi di vanagloria, presunzione e vene dittatoriali del “io sono io e voi non siete un…”. Anche perché, se nella oggi critica via Palermo, un tempo vitale e produttiva, oggi chiude anche una sede CAF della Fenapi, vuol dire che non c’è più niente per nessuno… o, forse, tutto solo per qualcuno.

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