“Troppa enfasi della difesa” nel sostenere la tesi dello stress da covid quale movente e conseguente possibile attenuante per l’omicidio di Lorena Quaranta. È quel che si legge nelle motivazioni depositate dalla Corte d’Assise d’appello di Reggio Calabria per la condanna all’ergastolo nei confronti di Antonio De Pace per aver ucciso la sua fidanzata strangolandola e aver infierito a colpi di lampada. Nessuna attenuante, quindi, applicabile a chi del covid, una volta contratto in carcere non soffrì di alcuna preoccupazione. Così come non è minimamente immaginabile che lo stesso eventuale stress da covid possa mai motivare il compimento di un atto abominevole come quello compiuto dal De Pace.
Sulla sentenza del Tribunale di Reggio Calabria ha pesato anche l’intervento della senatrice di Italia Viva Dafne Musolino che prima del pronunciamento interrogò nel merito il Ministro della giustizia Nordio, il quale rispose prontamente alla richiesta della Musolino, chiedendo una relazione dettagliata al collegio giudicante.