
Alla memoria di Giovanni Palatucci, poliziotto italiano, questore reggente a Fiume, che la storia vuole aver salvato migliaia di ebrei e che lui stesso morì a Dachau per tifo il 10 febbraio 1945, fu posta dall’allora Sindaco di Messina Cateno De Luca, una lapide alla memoria con un bell’alberello di arance. Oggi di quell’albero che avrebbe dovuto crescere proprio davanti al Palazzo del Governo di Messina, ai piedi della fontana con la statua del Nettuno, rimane solo lo scheletro consumato dall’incuria e dall’ignavia. Un insulto alla memoria, come denuncia Nino Principato, architetto e storico messinese, che segnala con un post/denuncia sui social lo “sfregio alla memoria” di Palatucci. “Sfregio deplorevole del Comune di Messina – scrive Principato – al questore reggente Giovanni Palatucci, morto nel campo di concentramento di Dachau il 10 febbraio del 1945. L’albero di arance piantato a suo ricordo nel giardino davanti alla Prefettura è irrimediabilmente secco, nessuno lo sostituisce. Quando non si è in grado di mantenere un minimo di manutenzione – continua lapidario Principato – è meglio non fare nulla”. Principato in ultimo, ricorda ironico che “regnava su Messina Cateno De Luca, oggi il suo regno continua con Federico Basile, vergogna!”.

Palatucci non merita questo trattamento, peraltro la sua memoria è già stata attaccata e messa in discussione da una inchiesta realizzata a New York che vorrebbe smentire il suo impegno, a dispetto delle testimonianze dirette.

Ma a Messina il culto della memoria, a lungo termine, ma anche, purtroppo, a breve termine, non esiste. Prova ne è quella per il piccolo Nicholas Green cui, per iniziativa messinese, fu intitolata una scuola, da anni, però, in completo degrado ed abbandonata, divenuta teatro di abbandono scellerato di rifiuti e di attività illecite. Più volte e da più parti fu richiesto che fosse tolta l’intitolazione di Nicholas a quel rudere, per rispetto della sua memoria, ma nulla è accaduto. L’ultimo appello fu di Gaetano Alessandro compianto presidente dell’associazione di donatori di organi “Donare è vita”. Oggi la memoria di Nicholas è perpetuata con l’intitolazione di un reparto di terapia intensiva al Policlinico di Messina.
