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Il malessere dei minori nella città vantata come “modello del welfare”. I dati inquietanti della verità nuda e cruda e il perché

- 27/01/2025
disagio giovanile

Non basta allestire ville con giochi e sporadiche attività. Quel che evidentemente serve è una programmazione integrata e coordinata tra tutte le forze demandate alla tutela, allo sviluppo ed alla formazione civica e morale di giovani che sono chiaramente lasciati soli e allo sbando.

Messina “capitale del welfare” con “asticelle” sempre più elevate per qualità e servizio? Dopo i dati del report della CGIL presentato la scorsa settimana che descrive una realtà completamente diversa, che denuncia come Messina sia, diversamente da quanto raccontato, ultima in Sicilia e nelle ultime posizioni in Italia per spesa sociale, ecco che il Tribunale per i Minorenni, con la relazione del suo Presidente dottoressa Maria francesca Pricoco, connota un quadro complessivo ben più grave. Anzi, il Presidente Pricoco, tratteggia proprio gli effetti del welfare mancato ed assente a Messina per ciò che riguarda lo stato di disagio delle famiglie e, conseguentemente, dei minori.

I MINORI, GLI STUPEFACENTI, LA RABBIA

aggressione minori tram

Nella relazione del Presidente del Tribunale per i minorenni di Messina per l’inaugurazione del nuovo Anno Giudiziario, si legge, infatti, come “nel distretto messinese, sia perdurante uno stato di malessere giovanile determinato dalla mancanza di figure di riferimento stabili e coerenti, conseguente alla fragilità dei sistemi familiari e all’incapacità dei genitori di svolgere la funzione educativa, di contenere la condotta e di gestire i conflitti. Ciò che colpisce è, soprattutto, la solitudine e la trascuratezza di molti minorenni, anche in tenerissima età, spesso vittime di violenze, sia dirette che assistite, in ambiti familiari complessi e anche patologici, dove si rileva l’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti.

Un fenomeno quello dell’incremento della diffusione di stupefacenti in città già più volte da Voce di Sicilia segnalato, denunciato e argomentato. Voce, la nostra e quella di qualcun altro, caduta non solo nell’oblio e nell’assoluta mancanza di attenzione e auspicata indignazione, ma addirittura additata come “allarmista” e non corrispondente al vero. E invece…

Continua, infatti, il Presidente Pricoco nella sua relazione: “È stato osservato, sia in ambito civile che in ambito penale, che spesso questi giovani cercano di risolvere le disfunzionalità delle relazioni familiari mediante l’adesione al gruppo dei pari, dal quale vengono trascinati in comportamenti aggressivi, che sono espressione di rabbia per le frustrazioni e le incomprensioni patite. Si tratta di minorenni che non riescono a esprimere le proprie emozioni anche per l’assenza di adulti disponibili ad ascoltarli, non soltanto in ambiti familiari delle periferie e dei c.d. “quartieri a rischio”, ma anche nelle famiglie economicamente benestanti“.

Non si tratta, pertanto, di un fenomeno sociale relegato a classi disagiate o solo a quartieri di confine, ma è ormai diffuso anche a quelle famiglie che non solo si credono lontane da fenomeni come la dipendenza da droghe, da micro criminalità conseguente, ma che ritengono erroneamente che sia “un problema degli altri”. Sistematico ormai è che le “piazze di spaccio” non siano più l’unico luogo dove la droga è reperibile. Queste si sono rese “liquide” e itineranti, andando a trovare il potenziale consumatore davanti alle scuole, nei luoghi di aggregazione, fino a casa.

Infatti il Presidente Pagano scrive che “Preoccupante è l’abuso diffuso di sostanze stupefacenti, soprattutto del tipo crack, ormai considerata la cocaina dei poveri per il basso prezzo d’acquisto, anche di 5 euro a dose, e la frequentazione, da parte dei ragazzi, di giovani spacciatori provenienti da altre province“.

IL CRACK E L’ABBASSAMENTO D’ETA’ DEI CONSUMATORI

crack2

Il fenomeno della diffusione del crack, ma anche di altre tipologie di sostanze chimiche, è proprio legato al basso prezzo per dose che ha consentito, senza adeguato supporto sociale che ne sostituisca quello quasi assente delle famiglie di riferimento, che l’età di approccio a queste droghe si sia drammaticamente abbassata.

Quindi altro che città “dei sogni” Messina, altro che città “perfetta” o in via di conquistarne la perfezione. Ciò che sta mancando è la capacità di socializzazione, di ideare e prospettare sviluppo, e, come scrive Pagano “Dall’esame dei procedimenti sia penali che civili riguardanti
persone di età minore si evince uno stato di perdurante disagio sia in contesti dell’area metropolitana sia nei territori distanti e isolati delle zone collinari e montane del distretto, per la mancanza di ambienti e risorse adeguati a una sana socializzazione e l’assenza di investimenti sulle potenziali capacità personali di molti ragazzini che potrebbero seguire percorsi virtuosi e corrispondenti alle loro inclinazioni e aspettative
“.

MESSINA CITTA’ DEI SOGNI? IL RISCHIO “GANG”

avvocati giustizia

Non basta, quindi, allestire ville con giochi e sporadiche attività. Quel che evidentemente serve è una programmazione integrata e coordinata tra tutte le forze demandate alla tutela, allo sviluppo ed alla formazione civica e morale di giovani che sono chiaramente lasciati soli e allo sbando. La tendenza delle città più popolose, infatti, è l’associazione di giovani “soli” in vere e proprie gang con regole proprie e anti sociali, con condotte criminali che rappresentano lo sfogo di rabbia intima repressa e inascoltata. Si vuole agevolare inconsapevolmente questa tendenza anche a Messina?

La verità è nuda e cruda. Scrive ancora il presidente del Tribunale per i minori “Sono state, (…) registrate situazioni di grave pregiudizio di diversi minori che, a causa delle vicissitudini familiari, nel rapporto con il gruppo dei pari non riescono a controllare i comportamenti e riproducono l’esperienza vissuta in ambito familiare e, di conseguenza, anche nell’anno in questione, è stato rilevato un aumento di reati contro la persona commessi da minorenni, anche in gruppo, a danno di altri minorenni e in contesti pubblici o in luoghi privati destinati allo svago e al divertimento (ad esempio nelle discoteche), dove si sono verificati fatti di aggressioni particolarmente cruente con l’uso di armi, in genere coltelli, non escluse quelle da sparo, con conseguente avvio di indagini e conseguente rinvio a giudizio di processi anche
per tentato omicidio
“.

Welfare messinese “modello”?

La situazione presentata dal Presidente Pagano è completamente difforme dalla narrazione dell’amministrazione Basile e dalla Messina Social City, con l’assessore al ramo competente. “Evidenzia il Presidente del Tribunale per i minorenni che, nel distretto messinese, esistono ancora aree di profonda marginalizzazione in ambiti territoriali degradati presenti anche nell’area metropolitana, prevalentemente nei c.d. quartieri a rischio, e non soltanto per la mancanza di risorse materiali ed economiche, ma prevalentemente per la carenza educativa di genitori, spesso non scolarizzati, incapaci di gestire la prole, che non adempiono i doveri fondamentali di assistenza dei figli, di cui non riconoscono i diritti essenziali, da quello all’istruzione al diritto di protezione e tutela”.

LA DISPERSIONE SCOLASTICA: MESSINA VIRTUOSA?

E’ stato recentemente indicata proprio Messina quale “realtà virtuosa” anche per quel che riguarda la dispersione scolastica. Ma anche in questo ambito il Presidente Pricoco descrive un’altra realtà: “Situazioni così gravose emergono dalla mera segnalazione di evasione scolastica. Anche nell’anno 2023/24 la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni ha formulato diverse richieste di procedure de potestate motivate dalla mancata ottemperanza all’obbligo scolastico per prolungata assenza o abbandono della frequenza e, nell’ambito dei procedimenti avviati, sono stati disposti interventi per il recupero del diritto allo studio dei
giovani interessati, nonché prescrizioni ai genitori perché ottemperino ai loro doveri di assistenza ed educazione dei propri figli
“.

Welfare per i minori, dunque, non all’altezza in quanto “Grava tuttavia pesantemente la mancanza, nel territorio del distretto, di sufficienti servizi educativi, scolastici, sociali e sanitari (in special modo servizi di neuropsichiatria infantile e consultori familiari) in grado di seguire i processi di crescita dei minori in fase adolescenziale e di prendersi cura della loro integrazione nel gruppo dei pari e in un sano contesto familiare e cittadino“.

In conclusione riportiamo i dati del Settore Penale, riferiti nella sua relazione dal Presidente Pagano: “Le nuove iscrizioni sono state 359, aumentate del 5% rispetto all’anno 2022/2023 (erano state 342); i procedimenti definiti sono stati 370, pressoché coincidenti rispetto all’anno precedente (erano stati 371); i procedimenti pendenti a fine periodo sono stati 200, con una riduzione del 5% rispetto all’anno precedente (erano 211). L’incremento delle sopravvenienze è stato più accentuato per i procedimenti dinanzi al Tribunale in sede dibattimentale (+12%)
e più contenuto per i procedimenti dinanzi al GIP (+6%) ed al GUP (+2%).
Il Presidente del Tribunale per i Minorenni sottolinea che le recenti modifiche alla legge del c.d. Codice rosso del 2019 e del d.l. n. 123 del 2023 (c.d. decreto Caivano) hanno determinato un aumento delle iscrizioni per reati di violenza sulle donne e alla persona in ambito domestico, nonché l’emissione di provvedimenti cautelari a carico dei minori del distretto con una percentuale pari al 25% sul totale dei provvedimenti emessi nell’anno in corso di applicazione misura.
Analizzando le categorie di delitti commessi dai minorenni si registra un aumento del 67%, rispetto al periodo precedente, dei reati correlati all’uso di droghe e, altresì, un incremento dei reati contro il patrimonio, in special modo furti in abitazione ed estorsioni
“.

IL PLAUSO AL LAVORO SVOLTO DAL TRIBUNALE PER I MINORI

Condividiamo e ci associamo al plauso tributato dal Presidente della Corte di Appello del Tribunale di Messina dottor Luigi Lombardo nei confronti del Presidente del Tribunale per i Minori dottoressa Pricoco per l’infaticabile, prezioso e quasi eroico lavoro svolto in condizioni di carenza strutturale di organico e con l’ausilio di due soli sostituti.

inaugurazione anno giudiziario 2025