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Gennaio

Caterina Pappalardo: oggi l’esame autoptico. La confessione del figlio e l’isolamento forzato della madre.

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Giosuè Fogliani ha reso piena confessione innanzi al magistrato. E’ quanto trapela in queste ore. Una confessione pressocché distaccata e fredda, come se il gesto feroce di uccidere la madre fosse stato compiuto da qualcun altro. Un distacco che potrebbe essere frutto di uno stato di shock o il sintomo di un disagio patologico del quale sembra ci fosse già più che un’avvisaglia. Di certo c’è che Caterina Pappalardo, la vittima e madre di Giosuè, si era isolata da tempo. Aveva abbandonato qualsiasi contatto con le amiche, forse meno con la chiesa di Sant’Antonio con la quale aveva un rapporto affettuoso e sacro. Un isolamento forzato, come oggi comprende qualcuna delle sue amiche più strette, dovuto probabilmente a quel rapporto difficile con il figlio, tanto da abbandonare la casa familiare di via Cesare Battisti numero 272, dove è stata uccisa, per spostarsi in periferia, lontano dal figlio. Ma l’amore di madre era comunque un senso che la pervadeva e che di certo le ha dato la forza di combattere con quel figlio che sembra fosse convinto di una “pericolosità” inesistente da parte della mamma nei suoi confronti. Una ossessione che lo portava a “difendersi” da non si sa cosa. Caterina Pappalardo conviveva con questi disagi del figlio, notati anche dai vicini di casa, che lo definivano strano, qualcuno ne aveva anche timore. “Un bravo ragazzo” descritto da chi lo conosceva da tempo. Ma qualcosa probabilmente era mutato, visto che il giovane avrebbe subito un accertamento sanitario obbligatorio e forse anche un TSO.

Ieri, il giorno della tragedia, il ragazzo aveva chiamato al telefono la madre mentre era a un funerale. Una chiamata che avrebbe agitato Caterina tanto da indurla ad andare via prima della fine della funzione per recarsi in via Cesare Battisti “a preparare del riso” per il figlio. Correndo incontro alla morte.

Oggi l’autopsia sul corpo di Caterina Pappalardo. I riscontri dovrebbero accertare il numero esatto dei fendenti, la modalità e la forza, comprese le certe ferite da difesa. Un accertamento che però non chiarirà il movente. Giosuè Fogliani avrebbe riferito di “dissidi di natura economica” in quanto non lavorando dipendeva dalla madre. Ma il movente reale potrebbe essere molto più profondo e complesso.

Il giovane è difeso dall’avvocato assegnatogli d’ufficio Daniele Straface

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