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La festa continua, così come la “fontana politica del cioccolato” è sempre in funzione. Ma sono sempre meno quelli che ancora fanno la fila con la tazza in mano.
Capitan Basile è al comando della nave Messina. Con dichiarata calma di mare piatto, l’indomito Federico, naviga su una rotta “ben tracciata”, in assenza di gorghi “che possono sempre accadere”, ma anche negare all’occorrenza (occhio non vede cuore non duole). Nel mentre il suo equipaggio dispensa latte e miele ai passeggeri, ai quali si narra di mari sconfinati e ricchi di pescato ed abbondanza (per chi).
Sulla “nave Messina”, latte e miele, spettacoli a ripetizione con saltimbanchi e mangiatori di fuoco, focacciate e fiere dell’arancino, che si susseguono su un mare sapientemente raccontato piatto e senza scossoni. Unico patto con i trasportati, però, quello di non guardar fuori e di non salire sul ponte.
Scossoni e beccheggi? “Nulla, e chi lo dice è un bugiardo”
Eppure si narra di qualcuno che si sarebbe affacciato dal parapetto della nave scorgendo perigliosi gorghi all’orizzonte e marosi agitati che minacciano la chiglia della “nave Messina”. Scossoni e beccheggi? “Nulla, e chi lo narra è un bugiardo” ripete a distesa e con voce suadente e calma all’altoparlante della nave Messina. Insomma un viaggio “tranquillo e di successo” per una nave che si avvicina sempre più all’orizzonte dell’appetibilità mondiale. “Tutti vorranno salire sulla nave Messina, tutti vorranno investirci, tutti vi troveranno lavoro, tutti potranno avere il latte ed il miele e rinfrancare lo spirito con pagliacci e acrobati, con fiere e mangiate pantagrueliche”. Dichiarato, declamato, narrato a ciclo continuo.
Ma chi guarda fuori, chi non si lascia incantare dagli “altoparlanti” e dalle voci suadenti, per chi non si allinea e si impone di non credere ad occhi chiusi, oltre l’isolamento e l’essere tacciato di “follia e sciacallaggio”, il mare è in tempesta.
I racconti e i fatti
I marosi che minacciano Capitan Basile e la sua ciurma, sono le difficoltà dell’assistenza ai più fragili, la progettazione per tirocinanti che non c’è, visto che non si sa cosa andranno a fare dopo il rinnovo dei periodi di tirocinio rinnovati, le tensioni sindacali irrisolte e anch’esse tacciate di segnalare “il falso”. Quel che non è concesso vedere sono le serrande dei negozi chiusi, i dipendenti di ditte private, piccole e medie attività commerciali, che si ritrovano dalla sera alla mattina senza lavoro, i fondi dei quali non si ha contezza su che fine abbiano fatto, del perché siano stati perduti o del come siano stati impiegati. Un esempio tra tutti l’ennesima gara per l’assegnazione dell’area che dovrebbe ospitare l’I-Hub a chi, nelle more, potrebbe organizzare, in un cantiere (!) eventi ed altri spettacoli e spettacolini: le buste delle offerte dovevano essere aperte il 9 gennaio scorso e se lo siano state, ammesso che ne siano arrivate, non si sa nulla.
Crisi idrica e dissesto idrogeologico
Capitan Basile non risponde e non chiarisce sulla crisi idrica e su come la si affronterà l’anno prossimo, non spende una parola sul fatto che esistono ancora molte zone di Messina dove l’acqua arriva “un filo” ai piani alti e che viene erogata per poche ore al giorno. Capitanm Fede non riferisce sul perché si continua ad inaugurare parcheggi mentre il dissesto idrogeologico sta letteralmente mangiando le strade e i declivi di colline dove mancano gli interventi di messa in sicurezza. Zafferia se lo chiede.
Concerti e relamping insufficiente
Sulla nave Messina si continua a spendere e spandere per concertoni e comparsate, mentre le strade cittadine sono piene di buche e crepe nell’asfalto, le luci del “relamping” sono insufficienti e le vie sono buie, mentre i pedoni vengono investiti.
I giovani “che ritornano”
Capitan Basile è impegnato a scrutare l’orizzonte in attesa di “giovani che stanno tornando”. Forse per le vacanze di Natale saranno anche tornati, ma, oggi terminate ferie, ecco che già si affollano i traghetti che li vedono ripartire. D’altronde perché tornare? Perché dovrebbero tornare i giovani che sono fuggiti via da una Messina che economicamente e moralmente muore? Perché dovrebbero farlo? Forse per una comunicazione orientata che non riesce a trovare esempi e storie di coloro che davvero sono tornati?
Quale sviluppo e quale occupazione? Quale “appetibilità”?
Politicamente Messina non è esempio di sviluppo e di occupazione. Non lo è per programmazione, visto che oltre un inutile “Summit”, a Messina continua a trovare conferma che “non c’è niente”, almeno economicamente. Quali interventi orientati a sollecitare occupazione e sviluppo sono stati fatti a Messina se non impegnare per qualche mese fasce di popolazione disperata con, ad esempio, tirocini ai quali non sembra esserci sbocco occupazionale?
La festa continua! Ma per chi?
Ma, niente paura! La festa continua, così come la “fontana del cioccolato” politica è sempre in funzione, con gli annunci, i proclami, i cambi di casacca e la frenetica e costante ricerca di visibilità e di “aggiustare” il consenso irrimediabilmente perso. Ma sono ormai pochi quelli che ancora fanno la fila con la tazza in mano. In molti, infatti, hanno già realizzato che del poter attingere al cioccolato che scorre non c’è certezza. E chi lo ha assaggiato quel cioccolato sa perfettamente che è amaro ed anche indigesto. Nel frattempo, qualcuno, uno sciacallo di certo, racconta di aver visto all’orizzonte un enorme iceberg, con un cartello ben visibile dove ci sarebbe scritto “PNRR, programmazione non rispettata“…
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