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Bandiera blu e “formazione obbligatoria”: Messina si affida a studio di Pescara, ma dopo aver presentato la richiesta

- 27/12/2024
bandiera blu

Bandiera blu. Messina ci riprova e stavolta il Comune di Messina incarica uno studio di consulenza di Pescara con affidamento diretto e per il costo di 106 mila euro, la SUT srl, Sustainable Urban Transformation. Aggiudicazione di appalto a base di gara di 130 mila euro affidato con determina a firma del direttore generale del Comune di Messina, il geologo Salvo Puccio. Ma perché affidare la “pratica” ad uno studio di consulenza dopo aver già depositato la richiesta? La domanda è legittima ma anche tecnica, visto che il sistema di assegnazione delle bandiere blu da parte della Foundation for Enviromental Education prevede ben 33 criteri da rispettare. I dubbi sulla validità ambientale della bandiera blu però si sprecano, come le denunce del Codacons… L’ipotesi avanzata negli anni a più riprese è che la “mitica” e preziosa bandiera blu sia più un’operazione commerciale che un sigillo di qualità delle acque. E il dubbio si fonda proprio sull’ultima delle parole che compongono la sigla della fondazione internazionale no profit e, soprattutto, non governativa che le assegna.

“Education” è la parola che induce qualche dubbio visto che a più riprese si è posto l’accento sul fatto che uno dei 33 criteri per l’assegnazione del sigillo di qualità, bandiera blu, preveda che “Devono essere organizzate almeno cinque iniziative di sensibilizzazione ambientale ogni anno, che devono essere accessibili e promosse tra gli frequentatori delle spiagge“. Giornate di formazione il cui costo è a carico del Comune richiedente. Ma chi li organizza queste giornate? E’ l’interrogativo che poniamo anche per la richiesta di bandiera blu per Messina. Il litorale, infatti, che quest’estate si è reso protagonista di problemi di balneabilità proprio a causa di alta concentrazione di batteri nell’acqua, escherichia coli per la precisione, tanto da bandire una porzione di spiaggia a Messina, sarebbe non adeguato al requisito dell’assegnazione della bandiera. Ma è risaputo che la fondazione assegna spesso “bandiere” solo a pozioni di litorale, come è accaduto a Mazzeo, sulla costa jonica messinese. Solo una porzione che però ogni comune divulga senza specificarne l’ubicazione precisa e quindi lasciando intendere che “tutto il litorale” sia bandiera blu.

Inoltre il sistema dei criteri di assegnazione della bandiera blu tiene più in conto il sistema di servizi delle spiagge più che della limpidezza e salubrità dell’acqua. Tant’è che la valutazione della pulizia delle acque si basa su quello governativo nazionale e non prevede prelievi diretti. Quel che conta maggiormente, quindi, sono i criteri legati alla pulizia della spiaggia, la raccolta differenziata dei rifiuti, i servizi igienici, gli spogliatoi, il controllo degli accessi dei cani sulla spiaggia, il divieto di campeggio etc.. e l’espletamento delle giornate di formazione…

Una volta stabilita la balneabilità delle acque, a contare per l’assegnazione delle bandiere blu sono soprattutto, quindi, i servizi e la gestione delle questioni ambientali da parte delle amministrazioni. Bagnini, accesso per cani e spogliatoi danno da uno a due punti. I livelli di raccolta differenziata possono valere fino a venti punti. Mentre la presenza di componenti biotiche di particolare rilevanza ecologica assegna solo un punto. «E così da anni ci troviamo in testa nella classifica regioni come Liguria e Marche, dove i servizi sono più efficienti ma la qualità ambientale è più degradata. Con forti costruzioni sulla costa e aggressione del paesaggio», dice Venneri a Linkiesta. «L’Adriatico, per esempio, è un mare asfittico dal punto di vista ambientale, ma il bagno me lo posso fare tranquillamente». Ed è qui, con le spiagge ben fornite di lettini, ombrelloni e cabine che si concentra gran parte delle bandiere blu.

«I criteri di assegnazione delle bandiere blu non rendono giustizia della qualità ambientale di un territorio», dice Sebastiano Venneri di Legambiente a Linkiesta. «È come se entrassimo in un ristorante e valutassimo solo la qualità del servizio, le tovaglie e le posate, ma senza valutare la qualità del cibo». E in questo caso il cibo è il mare. Per assegnare le bandiere blu e valutare la qualità delle acque di balneazione, si usano le analisi delle acque del ministero della Salute, fatte dalle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente. «Un parametro», dice Venneri, «che non dice nulla sulla qualità ambientale del mare. Non vuol dire che sia rispettata la qualità ambientale solo perché il mare rientra negli standard sanitari».

Senza dimenticare che «le agenzie regionali non seguono standard univoci nell’analisi delle acque», ricorda Giorgio Santoriello, membro dell’associazione ambientalista lucana Cova contro, che da anni conduce indagini ambientali in Basilicata. «E pochissime Arpa in Italia oggi cercano anche metalli pesanti e radioattività». Non solo. Le analisi spesso non vengono fatte alle foci dei fiumi, che sono le zone più inquinate, come testimoniano le procedure di infrazione aperte dall’Unione europea. Una conseguenza diretta della mancanza di un trattamento di depurazione adeguato, che ancora riguarda il 42% degli scarichi fognari del nostro Paese.

Così, dice Venneri, con le analisi effettuate lungo le coste e «usando la balneabilità come criterio, Jesolo e Pantelleria sono messi sullo stesso piano. È come se una persona è bella solo perché ha gli occhi azzurri. E quindi tutti quelli con gli occhi azzurri sono belli. Non è così. I dati sulla balneazione non sono un’assicurazione di qualità ambientale: altrimenti l’acqua trasparente e cristallina di Ustica, che non è bandiera blu, è tanto balneabile quanto quella torbida di Jesolo, che invece la bandiera l’ha avuta».

«Per tre anni, fino al 1996, anche Legambiente ha collaborato con la Fee per l’assegnazione delle bandiere blu. Poi si è fatta la sua Guida Blu con il Touring Club italiano. E alla fine anche per le spiagge funziona come con i ristoranti. Guida che vai, giudizio che trovi. C’è chi dà i cappelli, chi le stelle. Chi dà la bandiera blu, chi le vele. A seconda dei punti di vista».

Ganzirri lago piccolo
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