“Sebbene affascinante e di impatto certamente più utile sul diritto alla mobilità dei messinesi rispetto al ponte sullo Stretto, la proposta di un nuovo aeroporto “intercontinentale” del Mediterraneo promossa da una cordata di imprenditori privati che l’hanno esplicitata nel corso della odierna seduta di commissione ponte presenta alcuni interrogativi che, nonostante il dibattito che si è tenuto, non sono stati fugati del tutto“. Lo scrive il consigliere comunale PD Alessandro Russo in una nota inviata ieri.
“In particolare modo – continua Russo – ho sollevato alcune questioni tecniche che necessiterebbero di un riscontro dettagliato al fine di poter constatare l’effettiva serietà e il relativo grado di maturazione del progetto e del suo avanzamento.
Innanzitutto, non è stato chiarito se il progetto proposto che è stato illustrato in linea di massima in commissione preveda la realizzazione della pista di decollo e atterraggio sull’alveo del torrente Mela, così come fu ipotizzato già nel 2007 dalla Provincia regionale di Messina e successivamente dalla Regione Siciliana. Fatto, questo, non proprio ininfluente poiché su quel tracciato l’ENAC diede parere negativo già nel 2007 e rispetto al quale sarebbe opportuno conoscere se l’eventuale progetto potrebbe essere compatibile con le nuove norme in materia di rischio idrogeologico che dopo le alluvioni di Giampilieri e Barcellona sono state approvate”.
QUALE ITER PER LA REALIZZAZIONE?
“In secondo luogo – prosegue il consigliere comunale – non è stato chiarito l’iter di realizzazione dell’opera: si è fatto riferimento a un possibile project financing a totale carico dei privati proponenti, sebbene tale iter preveda un percorso amministrativo che coinvolge gli enti pubblici interessati ma dei quali non si conosce l’orientamento in merito, e al tempo stesso anche a una possibile realizzazione in proprio direttamente da parte della cordata proponente che però necessiterebbe di un “nulla osta” da parte della Città Metropolitana, in una procedura, pertanto, che non è apparsa chiara alla luce del vigente Codice degli Appalti Pubblici. Su questo punto, ci si sarebbe aspettata una chiarezza procedurale immediata, circostanza che non si è purtroppo verificata.
In terzo luogo, non è stato dato riscontro ai dubbi che sono stati sollevati partendo dalla considerazione che l’attuale pianificazione aeroportuale nazionale – specificamente il vigente Piano Nazionale degli Aeroporti, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – espressamente non prevede investimenti nella realizzazione di nuovi aeroporti in Sicilia, puntando al rafforzamento e alla razionalizzazione degli scali già esistenti. Una circostanza, questa, che già dal 2007 l’ENAC fa presente e che escluderebbe, in maniera definitiva, un coinvolgimento pubblico nella gestione del nuovo aeroporto proposto: questo di fatto escluderebbe che lo
Stato potesse di conseguenza fornire servizi essenziali ed esclusivamente propri per la gestione dello scalo, quali — solo a titolo di esempio — il servizio dell’assistenza di volo in torre di controllo (ATC) che spetta all’ENAV, il presidio dei Vigili del Fuoco o i presidi di sicurezza della POLARIA (polizia aeroportuale).
Infine, non ci sono stati forniti maggiori ragguagli di dettaglio relativi alla sostenibilità economica
dell’opera, specificamente sulla sostenibilità del bacino di utenza potenziale, sulla profittabilità dell’opera nel medio e lungo periodo e, più in generale sul business plan complessivo della proposta: dati, questi, che sebbene a uno stadio di proposta iniziale, richiedono maggiore approfondimento perché sui dati numerici ipotizzati si dovrebbe avere un grado di incertezza molto esiguo, anche alla luce della severa disciplina prevista dall’ENAC per la realizzazione di nuovi aeroscali. E alla luce della scelta di ENAC e delle istituzioni competenti di puntare sul rafforzamento degli scali di riferimento per la Sicilia Orientale, con la realizzazione della seconda pista di Catania Fontanarossa e del potenziamento infrastrutturale e intermodale dello scalo di Reggio Calabria”.
UN’ALTRA IPOTESI IRREALIZZABILE?
“L’idea di uno scalo aeroportuale nella provincia di Messina – sostiene Russo – è molto affascinante e conferma come siano proprio interventi infrastrutturali di questo tipo ad essere effettivamente utili per la mobilità dei messinesi.
Ciò che ci preme, da rappresentanti delle istituzioni, è che le proposte che vengono fatte in questo ambito non cadano, come nel passato, nel dimenticatoio o presentino una fattibilità non effettiva e che, quindi, rischino di illudere ancora una volta i messinesi con progetti e opere che, al di là della sensazione del momento, poi non siano realizzabili. Agire ancora una volta così, è bene ricordarlo, significherebbe perdere ulteriore tempo prezioso per la reale infrastrutturazione del nostro territorio: mentre ci si balocca con opere molto futuribili, le risorse per potenziare il nostro territorio rischiano di essere dirottate in altri luoghi e per altre opere.
Servono serietà e maturità. Da parte di tutti. Su un progetto di questa portata, infine, è doveroso che la città metropolitana, competente per materia, si esprima e faccia presente la propria posizione, a partire dal sindaco metropolitano Basile. Circostanza, questa, che però non si è verificata” conclude Russo.
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