Il Partito Democratico a firma di due consiglieri comunali del gruppo consiliare, Alessandro Russo e Felice Calabrò scrivono al Sindaco di Messina in merito, innanzitutto, all’assenza “ingiustificata” del CdA di ATM all’ultima seduta di commissione consiliare, e chiedendo di intervenire circa “il clima di scontro in essere presso la partecipata” derivante dal referendum sulla contrattazione di secondo livello e la vicenda, di cui abbiamo ampiamente scritto, degli straordinari richiesti dall’azienda come fossero una misura “di regolarità” e non derivanti da situazioni di emergenza contingente e non superabile diversamente.
Ma iniziamo dall’assenza del CdA alla convocata seduta di commissione consiliare. I Consiglieri hanno già espresso piena censura su tale defezione dell’intero neo costituito CdA in quanto “la seduta di lunedì, ben lungi dall’essere improvvisata – scrivono i due consiglieri al Sindaco – era stata concertata dalla presidenza della commissione con il nuovo vertice aziendale, ivi comprendendo anche il vice direttore generale Bressan, al fine di approfondire sia la vicenda relativa all’insolito svolgimento dei lavori di individuazione degli stalli di ‘smart parking’ in centro città, che le vicende relative alle potenziali conseguenze della mancata approvazione da parte dei lavoratori del referendum sulla contrattazione di secondo livello“.
L’assenza del CdA di ATM alla seduta di commissione è stata giustificata con una nota che lascia “esterrefatti” i consiglieri Russo e Calabrò: “Per almeno due ragioni: intanto, il Consiglio comunale è un organo centrale di controllo sulle attività amministrative delle società comunali – ricordano i consiglieri – ed in questa veste ha il diritto/dovere di poter ascoltare i vertici di tutte le aziende partecipate senza alcuna limitazione o esclusione posta in essere da chicchessia; in secondo luogo – continuano Russo e Calabrò – perché, laddove dalla discussione dovesse emergere la delicatezza di alcuni argomenti, ovvero che certi argomenti dovessero essere demandati a tavoli di concertazione sindacale, sarebbe (ovviamente) la stessa commissione a decidere di sospendere la trattazione del punto, evidentemente a priori non può deciderlo il CdA aziendale”.
“Il mancato confronto di lunedì – precisano i due consiglieri del Partito Democratico – rappresenta certamente un’occasione persa, e costringe i sottoscritti consiglieri a censurare, come del resto ha deliberato all’unanimità l’intera commissione, il comportamento degli organi in questione. Nel contempo, appare quanto mai doveroso un Vostro intervento sul CdA di ATM, affinché sia garantito il rispetto delle prerogative degli organi consiliari.
Allo stesso tempo atteso il clima di scontro in essere presso la partecipata, al fine di garantire l’utenza e il rispetto dei diritti dei lavoratori, chiediamo un Vostro tempestivo intervento affinché sia garantito il rispetto della normativa in materia di lavoro straordinario, verificando se il reiterato e diffuso ricorso da parte di ATM al citato strumento, spesso – come nelle scorse ore con l’ordine di servizio n. 92 del 18.11.2024 – addirittura preteso ai lavoratori, non possa celare in effetti una carenza di organico in Azienda per la quale, è evidente, si richiederebbero scelte differenti, di natura assunzionale e strutturali per assicurare un servizio efficiente. A tal proposito, peraltro, Vi invitiamo a vigilare sulle ripercussioni che un tale reiterato e diffuso ricorso al lavoro straordinario potrebbe avere sul rispetto dei contratti e delle normative di scurezza sul lavoro vigenti, in specifico modo: sul rischio del mancato rispetto del periodo minimo dei tempi di recupero e riposo; sui limiti orari di lavoro; sul mantenimento delle qualifiche di operatività e sulla corretta corresponsione del dovuto economico per il lavoro straordinario”.
“Non appare agli scriventi superfluo, infine, ricordarVi come il ricorso al lavoro straordinario sia, sulla scorta delle vigenti normative, uno strumento eccezionale legato a esigenze aziendali particolarmente stringenti e non altrimenti superabili e, per contro, non possa essere utilizzato come un’ordinaria scelta operativa, che serva a onerare ulteriormente i lavoratori o per sopperire a eventuali insufficienze organiche da colmare, evidentemente, con le normali procedure assunzionali” concludono i due consiglieri del PD.
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