Questo ponte non ha acceso poi alcuna luce su Messina: anzi ha “spento” la necessaria attenzione sulle tante e importanti opere infrastrutturali che servono al territorio e di cui oggi si parla addirittura solo come opere compensative
“Non parlerei di fake news sul ponte. Anzi, sono sempre più fondati i tanti timori sull’impatto dell’opera, i dubbi sulla sua reale utilità e anche sulla sua stessa realizzabilità, stante i rilievi e le incongruenze che vengono riscontrati periodicamente. Tutte le ragioni alla base della contrarietà al progetto stanno avendo sino ad ora solo conferme”, così Armando Hyerace, segretario del Partito Democratico messinese, nel giorno della conferenza stampa romana del fronte No ponte, risponde alle affermazioni esternate dal segretario regionale della Lega, On. Nino Germanà.
“Siamo al cospetto di un progetto che sta in piedi solo con decreti legge. Tutti i roboanti proclami sull’avvio dei cantieri sono di volta in volta slittati, a dimostrazione di quanto si regga ancora su pilastri di carta.
In attesa di leggere attentamente le 60 nuove prescrizioni al progetto della commissione VIA/VAS, non si può che manifestare grande perplessità per come questo parere positivo sia arrivato. Ed è inevitabile chiedersi se per caso possa aver inciso l’integrazione last minute dei componenti della commissione.
Questo ponte non ha acceso poi alcuna luce su Messina: anzi ha “spento” la necessaria attenzione sulle tante e importanti opere infrastrutturali che servono al territorio e di cui oggi si parla addirittura solo come opere compensative: il tutto, quindi, subordinato al ponte e non a prescindere dal ponte”, prosegue Hyerace, ancora in commento alla pubblica uscita del Senatore Leghista.
“È un’impostazione vecchia, che ha già bloccato la città e la sua provincia nel ventennio precedente e che oggi viene irresponsabilmente riproposta dalla lega di Salvini e da tutto il centro destra. Il Governo si fermi e non vada appresso allo slogan leghista come fatto per l’autonomia differenziata. Nel caso del ponte, peraltro, l’aggravante di questa ostinazione sta determinando spese ormai milionarie in consulenze e indennità come il vincolo a risorse pubbliche per 14 miliardi e più, sottratte alla Sicilia e alla Calabria”.