Le tante adesioni di lavoratori che sono giunti nelle fila di Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA dopo la pubblicazione della proposta di accordo sono già un referendum.
Nota stampa Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA
Dopo l’esclusione di Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA dalla trattativa per il rinnovo dell’accordo integrativo di secondo livello, stabilita dalla direzione aziendale unitamente a tre sigle sindacali sulle sei presenti in azienda, adesso arriva anche il Referendum dei lavoratori blindato, organizzato in forma “privata” dai sindacati che con ATM S.p.A. hanno condiviso e concluso la trattativa di un accordo che Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA hanno valutato insufficiente economicamente e disastroso nella parte normativa. Con l’ennesimo tentativo di mettere il bavaglio al dissenso, nel feudo ATM vengono ancora calpestati i principi di democrazia e trasparenza dovuti ai lavoratori.
I dipendenti che il 4 novembre sono chiamati ad esprimere il loro parere, troveranno una commissione elettorale composta solo da rappresentanti sindacali che hanno sottoscritto l’accordo, esclusa la presenza di altri rappresentanti sindacali durante le operazioni di voto e di spoglio. Interpretando tatticamente recenti accordi fra le parti, gerarchicamente inferiori alla legge 300/70 (Statuto dei Lavoratori) e alla normativa contrattuale che in caso di referendum aziendali prevedono l’indizione unitaria di tutti i sindacati, dopo la separazione dei tavoli di trattativa in ATM si sta per concludere un percorso che richiama alla memoria le peggiori forme
di dittatura, autorizzate da votazioni da facciata a lista unica e gestite solo dal governo uscente che si ricandida sine die.
Non sappiamo cosa ci sia dietro a questo patto di ferro fra controparti ma non consentiremo che ai lavoratori venga imposto, con sistemi discutibili, un accordo che peggiora e autorizza la compressione dei diritti e delle tutele che in questi anni ha caratterizzato la gestione oppressiva del personale, tanto da costringere oltre 40 dipendenti nuovi assunti a dimettersi volontariamente dopo aver saggiato l’ambiente. Le tante adesioni di lavoratori che sono giunti nelle fila di Fit CISL, FAISA CISAL e ORSA dopo la pubblicazione della proposta di accordo sono già un referendum.
Nonostante la minaccia di sospensione del premio di produzione se dovesse vincere il “No” al
referendum e le pressioni psicologiche contro i dipendenti che si sono schierati apertamente nel versante del dissenso, il gruppo sindacale escluso dalla trattativa continua a incamerare le adesioni dei lavoratori che sono stanchi di tenere la testa bassa di fronte ai soprusi che giornalmente si consumano in azienda. La normativa confezionata nell’accordo blindato è peggiorativa rispetto alle norme nazionali, autorizza l’azienda al controllo asfissiante dei lavoratori attraverso sistemi tecnologici, prevede eccessiva flessibilità nelle mansioni, trasforma in obbligo gli istituti volontari di reperibilità e lavoro straordinario, penalizza i lavoratori che assistono parenti disabili, vincola il premio previsto per i dipendenti del settore amministrativo al voto del superiore gerarchico che periodicamente stilerà la lista dei buoni e dei
cattivi…
Non sarà un referendum blindato a fermare i lavoratori che hanno deciso di alzare la testa a tutela della propria dignità che pesa più di ogni promessa di aumento salariale. Dopo anni di silente sudditanza in molti hanno deciso di cambiare la storia e troveranno CISL, FAISA e ORSA a sostenerli, anche nelle aule di Tribunale.
Giorno 8 novembre i sindacati nazionali degli autoferrotranvieri hanno indetto uno sciopero per rivendicare una dignitosa qualità di vita lavorativa e un potenziamento dei diritti e delle tutele, nel contempo a Messina si firma l’accordo peggiorativo voluto dall’ex Campagna…
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