Quel che è accaduto nella seduta consiliare di ieri al Comune di Messina ha del paradossale ma anche è testimone di una ingenuità politica senza pari. La mancata immediata esecutività del Bilancio consuntivo 2023 (quasi un documento maledetto) causa il proseguimento dello stillicidio di 6 dipendenti/non dipendenti assunti dopo la scadenza massima prevista per la presentazione del documento contabile che l’Amministrazione Basile si era “dimenticata” di approvare.
L’assunzione di questi sei dipendenti fuori dalla copertura di bilancio, pertanto, era diventata, e lo è ancora, irregolare e le nuove figure non possono entrare in servizio. Ma, paradossalmente, i 6 sono entrati comunque a far parte dell’organico del Comune ma di fatto non potrebbero farne parte.
La “svista” della direzione generale del Comune, ma non solo imputabile a questo ufficio, che vide anche il sacrificio di una dipendente trasferita ad altro incarico (pur se non direttamente responsabile dell’accaduto) poteva risolversi ieri, ma per la caduta del numero legale (mancava un solo consigliere) non è stato possibile procedere a dare esecutività immediata all’approvazione del rendiconto per il quale, ricordiamo, è stato necessario nominare un commissario regionale “ad acta”.
Chi ha lasciato l’aula anzi tempo? Chi non si è accorto? Chi non ha provveduto alla votazione contemporanea del documento contabile e della sua immediata esecutività? Il presidente del Consiglio Nello Pergolizzi si sbraccia in dichiarazioni celebrative dell’Amministrazione Basile, forse dimenticando l’imparzialità prevista dal suo ruolo, ma non riferisce sulle modalità dell’ennesima grave “svista” che porterà il documento ad avere l’esecutività probabilmente non prima di dicembre.
Ergo, per i sei (+2, tra i quali c’è anche il Comandante del Corpo della Polizia Municipale) continua un incredibile “limbo”, che vale anche per i 171 del concorso conclusosi regolarmente ma che non possono essere assunti sempre per questa serie kafkiana di “sviste”, compresa quella del Sindaco Federico Basile che liquidò come “ovvio” che un’amministrazione che si ritiene “virtuosa” potesse non approvare un documento contabile vitale come questo. Dalla causa ecco, ancora oggi, gli “ovvi” effetti…
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