C’era bisogno di un Cateno De Luca per ricordare che a Messina “Il Sindaco è Basile”? Siamo al paradosso politico ma anche peggio. Se a Messina c’era davvero necessità che si indisse una conferenza stampa, per certi versi criptica, del capo di Sud chiama Nord, per certificare il ruolo di Basile, allora davvero saremmo messi male. “Ah.. ecco. Ci eravamo confusi. Il Sindaco è Basile perché lo ha detto De Luca!”. Paradossale.
La città sa perfettamente chi è il sindaco e che responsabilità ha, quelle buone e quelle meno. Messina sa perfettamente anche che i “disagi dell’acqua” non sono stata poca cosa, come avrebbe voluto far credere il coordinatore regionale del partito del sindaco di Taormina, Danilo Lo Giudice. Sminuire fa ancora più male ai cittadini. Perché non è vero che mal comune mezzo gaudio e non basta di certo che “c’è il peggio”. Non consola e non risolve questioni che, come ha detto lo stesso “capo”, è giusto che siano discusse “in tutte le sedi anche quelle giudiziarie”. Ma se tutto tace dal punto di vista proprio giudiziario, il Governo regionale attende di certo e al varco che si facciano questi chiarimenti. Lo attende, a questo punto anche Arturo Vallone, dirigente generale del dipartimento Acqua e rifiuti, nominato improvvidamente ed ancora di più tacciato di costrizione nell’aver firmato la nota che inchioda l’amministrazione alle proprie responsabilità sulla disponibilità di acqua a Messina. Vallone rimarrà in silenzio? Si lascerà usare e gettare nella mischia come “involontario” anzi “costretto” dirigente a certificare quello che secondo De Luca è falso? Ovvero che l’acqua a Messina a luglio c’era ma semplicemente non arrivava (e ancora non arriva) nelle case dei messinesi?
Cosa c’è di rilevante in una conferenza stampa che a seguirla lo sbadiglio incombeva ad ogni istante? Di certo due sono i segnali da cogliere, almeno secondo noi: il “capo” si è accorto che il sogno della presidenza, anzi di diventare “Sindaco di Sicilia” è così lontano che sta diventando sempre più irraggiungibile. In seconda battuta che a tirar la corda con Basile a Messina c’era il rischio che si rompesse e con lui quel che rimane di Sud chiama Nord. “Il sindaco è lui” ha detto De Luca. Scenetta non certo edificante quella dove Basile ha dovuto precisarlo in un’intervista e laddove c’è stato bisogno che il “capo” lo abbia dovuto ripetere oggi. Che De Luca sia il “leader”, questo interessa solo ai compagni di partito e che ci sia bisogno di soldati e meno generali (uomini o caporali?) è un principio che vale dappertutto. Insomma un’ovvietà ad effetto con maglietta annessa che dice tutto e niente.
Nel frattempo è evidente che le fasi criptiche del discorsetto di De Luca sono messaggi che, ormai a stento, raggiungono chi ormai lo ha “sgamato” e che non sono certo i “silenti deputati e senatori” cui va il ringraziamento del “leader” di Taormina. Il messaggio è per chi oggi più che mai non solo può ignorare i diktat sibilati o le “‘ntimorate” sotto voce. Queste sono benzina pura perché la trasparenza sia la vera seconda fase della storia recente messinese. E la Castelli? Con Gallo alla conquista dell’Italia. In bocca al lupo e aerei, possibilmente, senza coincidenze con La Russa, che di certo li ignorerà signorilmente.
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