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Sen. Musolino “Si istituisca su AMAM commissione d’inchiesta alla luce delle risultanze dell’istruttoria del Dipartimento Regionale”

- 26/09/2024

La nota del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, con la quale è stata fornita una risposta ufficiale alla richiesta del Sindaco Basile di riduzione della portata idrica del sistema Bufardo Torrerossa per uso irriguo per aumentare l’acqua ad uso idropotabile, è la più chiara ed evidente dimostrazione del sistema fallimentare con il quale l’amministrazione di Messina si è approcciata finora ai problemi della città“. Lo scrive la senatrice di Italia Viva Dafne Musolino.

Ci sono tre dati che emergono dalla lettura della nota che lasciano davvero sconcertati. Il primo è che Amam ha dichiarato che a giugno 2024 il Comune di Messina riceveva dalle sue fonti di approvvigionamento idrico (Bufardo-Torrerossa, Santissima, Pozzi cittadini, Sorgive cittadine e Siciliacque) 1.010,33 litri/secondo di acqua a fini potabili.

Il secondo è che a luglio 2024 Amam ha dichiarato di non subire scostamenti (cioè riduzioni) rispetto alle quantità di acqua ricevuta dalle fonti di approvvigionamenti.

Il terzo è che, secondo il piano d’ambito dell’Ati idrico, il fabbisogno del Comune di Messina si attesta a 980 litri/secondo per una media annuale.

Il significato concreto di questi dati, forniti dalla stessa Amam, può essere così sintetizzato: il Comune di Messina riceve più acqua di quella di cui avrebbe bisogno secondo il piano d’ambito e, in ogni caso, non subisce riduzioni o scostamenti tra le quantità effettivamente ricevute dalle fonti di approvvigionamento e quelle ritenute necessarie. Questo vale almeno fino al mese di luglio 2024, cioè quando a Messina era già in atto una drastica riduzione della distribuzione idrica, con intere zone lasciate a secco per giorni e altre che ricevevano un filo d’acqua per poche ore, insufficiente comunque a raggiungere i piani più alti delle abitazioni e rifornire i serbatoi delle attività commerciali costrette a pagare le autobotti dei privati pur di potere lavorare!“.

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Continua la senatrice Musolino, “Fatti i necessari approfondimenti, quindi, il Dipartimento regionale non ha potuto che rigettare la richiesta del Comune di Messina di riduzione della portata idrica del sistema Bufardo-Torrerossa destinata a fini irrigui per la semplice ragione che, dall’attività istruttoria svolta e dai dati forniti dalla stessa AMAM, é stato accertato che a giugno 2024 Messina riceveva 1.010,33 litri/secondo e il suo fabbisogno medio annuale, secondo il Piano Regolatore Generale delle Acque ed il Piano d’ambito approvato nel 2022, è di 980 litri/secondo. Ciò significa, semplicemente, che a giugno 2024 Messina riceveva circa 30l/secondo in più rispetto al suo fabbisogno e non aveva alcuna riduzione di portata idrica. Questi sono i dati ufficiali riportati dallo stesso Dipartimento Regionale, con buona pace di qualsiasi tentativo di ridimensionamento della gravità della situazione che emerge dall’indagine svolta dal Dipartimento regionale”.

Di fronte alle conclusioni del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti – sottolinea la Musolino – che ha chiarito come Messina non subisca alcuna riduzione di portata idrica dalle sue fonti di approvvigionamento, restano sul campo le nostre domande che anzi assumono ancora più forza perché sono sostenute dal dovere di ricerca della verità.

Dove va a finire l’acqua di Messina?

É ora che il sindaco risponda seriamente a queste domande, che sono le domande di tutti i messinesi: dove va a finire l’acqua di Messina?

Perché a fronte di una portata che la stessa AMAM dichiara pari a 1.010,33 litri/secondo, Messina è senza acqua da mesi (e comunque già da prima del mese di giugno 2024)?

A che cosa sono serviti i 5 distacchi generali per i lavori eseguiti da AMAM sulla conduttura nello scorso inverno e primavera?

Perché il Sindaco ha chiesto un aumento della portata dal sistema Bufardo-Torrerossa se, al momento della richiesta, secondo le rilevazioni ufficiali eseguite dagli stessi tecnici AMAM, non c’era alcuna riduzione della fornitura idrica e la stessa Amam motivava la richiesta parlando di un eventuale scostamento futuro, mentre in città la crisi idrica era già conclamata?

Certamente dopo la nota del Dipartimento regionale non si può consentire più a nessuno di parlare di scaramucce politiche né ci possiamo certamente più accontentare delle risposte fornite fino a ieri dal Sindaco e dal management di AMAM in Consiglio Comunale, che giudichiamo irrispettose verso i cittadini, oltre che palesemente contrastanti con i dati forniti dalla stessa AMAM al Dipartimento regionale.

E’ ora che si faccia veramente chiarezza sullo stato reale dell’acquedotto messinese dal suo punto di approvvigionamento fino a quello di ultimo allaccio, perché adesso abbiamo la consapevolezza che a Messina l’acqua c’è e la crisi non dipende dalla riduzione delle risorse regionali, né da presunte manovre del governo regionale che vorrebbe danneggiare Messina a causa del suo colore politico, ma da una gestione oscura e improvvisata di queste risorse.

SI ISTITUISCA UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA

Per questa ragione chiediamo che si faccia chiarezza, che si istituisca una Commissione di inchiesta e che i vertici Amam ammettano la loro incapacità e rassegnino le dimissioni e il Sindaco chieda scusa al Prefetto di Messina per averla coinvolta in una rappresentazione nella quale si è tentato di strumentalizzare ad arte lo stato delle cose, salvo poi smentirsi con gli atti provenienti dalla sua stessa azienda municipalizzata“.

“Il Sindaco e Amam chiedano scusa ai cittadini di Messina che per tutta l’estate e ancora fino ad oggi stanno subendo gli effetti di una situazione di grave carenza idrica le cui le cui cause vanno ricercate altrove ma certamente non nel contingente stato di siccità regionale, esponendoli a gravi conseguenze anche dal punto di vista igienico-sanitario, con un aggravio di costi per chi, potendoselo permettere, è stato costretto ad approvvigionarsi presso i privati o a montare serbatoi per garantirsi un minimo di raccolta, mentre chi non ha potuto sostenere queste spese, si trova costretto a svegliarsi alle cinque di mattina per avere un’ora d’acqua al giorno” conclude la senatrice di Italia Viva.

IL DOCUMENTO