
E’ tutto molto interessante quello che scrive il sindaco di Taormina nella sua nota odierna sulla vicenda del vettoriamento di acqua da Messina a Taormina per mezzo di AMAM. Ma, mentre sembra che sia ormai rimasto solo lui, ultimamente, ad agitare … le acque di una questione che rimane irrisolta, il documento che il Sindaco fornisce è LA STESSA lettera/chiarimento di Siciliacque di cui aveva già parlato il 2 agosto il Sindaco di Messina Federico Basile. Un documento che, al netto dei supposti “sciacallaggi“, che altro non sono e rimangono che richieste di chiarimento, non fa nessuna chiarezza se non riguardo quel che tutti ormai sanno: da Siciliacque l’acqua arrivava a Messina che la dava, tramite AMAM, a Taormina.
Ad oggi, però, il fatto che né il Sindaco di Taormina né il suo membro e sottoposto di partito non abbiano messo sul tavolo i dati storici del “vettoriamento” né le relative fatture pagate dal Comune di Taormina per il servizio, fa molto pensare. Il dubbio è che questi documenti non siano disponibili, altrimenti oggi , conoscendo il sindaco di Taormina, li avrebbe quanto meno “sparati” on line in risposta a chi ha legittimi dubbi. E invece nulla: solo la pubblicazione di una lettera di chiarimenti che è copia e incolla di quella di cui Basile ha riferito il 2 agosto, ma senza mostrarla, in risposta all’articolo di Repubblica firmato da Fabrizio Bertè.
Un punto, però, oggi che la lettera è finalmente visibile, balza agli occhi “La fornitura idrica integrativa prestata a favore del Comune è, comunque, subordinata alla disponibilità della risorsa idrica del sistema di adduzione”. Una formula presente anche in convenzione, che premonisce su eventuali difetti di disponibilità di acqua di Siciliacque nel periodo di vettoriamento, e che dimostra perché, al fine di vera chiarezza, sia necessario che fatture e quantitativi debbano essere messi sul tavolo e resi pubblici. Anche perché non farlo continua ad alimentare il dubbio che gli “sciacalli” siano altri.


