“La recente esclusione di 77 bambini dal servizio di trasporto scolastico per morosità è un segnale preoccupante della disattenzione dell’amministrazione verso le famiglie più fragili. E come evidenzia oggi l’associazione Diritti in Movimento, senza il clamore mediatico, la Messina Social City non avrebbe fatto il passo indietro (finora solo annunciato) circa la possibilità di reintegrare i “morosi”. Voglio tuttavia soffermarmi sulla questione politica – dichiara Palmira Mancuso, coordinatrice regionale di Più Europa – La delibera del 2022, che stabilisce la compartecipazione di 10 euro mensili per i redditi ISEE fino a 4000 euro, contiene anche un riferimento fondamentale: una nota della Corte dei Conti lascia agli enti locali la possibilità di gestire autonomamente il servizio, anche con risorse proprie, senza gravare ulteriormente sull’utenza. Questo significa che, laddove vi sia la necessità di tutelare categorie svantaggiate, come i bambini e le famiglie con difficoltà economiche, il Comune può scegliere di esentare o ridurre significativamente la quota di partecipazione”.
L’indirizzo della Corte dei Conti è chiaro: ‘Gli Enti locali, nell’ambito della propria autonomia finanziaria, possono dare copertura al servizio di trasporto scolastico anche con risorse proprie, con un minor aggravio a carico dell’utenza. Laddove il servizio debba essere erogato a categorie particolarmente deboli, la quota di partecipazione può essere nulla o di modica entità‘.
Se davvero si vuole agevolare l’assolvimento dell’obbligo scolastico, il Comune di Messina ha tutte le possibilità di garantire il servizio di trasporto scolastico senza far pagare le famiglie più bisognose. Eppure, come dimostrano anche diversi commenti sui social – spesso cancellati – ci sono ancora numerosi genitori senza risposte, con i propri figli esclusi dal servizio.
Inoltre, la gestione dei servizi per i bambini e i disabili continua a mostrare gravi carenze. Da giorni, chiediamo una parola chiara da parte dei garanti dell’infanzia e della disabilità, ma tutto tace.
“Stamattina – rende noto Palmira Mancuso – abbiamo ricevuto un messaggio da un genitore che ci racconta una situazione drammatica:
“Siamo nelle mani di nessuno, fanno ciò che vogliono. Sono giorni che la Social City non risponde al telefono, e non ci chiamano per i servizi. In casa nostra manca un’operatrice da due giorni. Non dicono nulla, lo sappiamo solo tramite la vecchia operatrice. Ma cosa succederà quando finirà il suo servizio? Non ci avvisano, e se manca per vari motivi, il servizio non si farà? O arriverà qualcuno che non conosciamo? Questa è la situazione in cui ci troviamo“.
Questo messaggio, inviatoci dal papà di un bambino di 10 anni con disabilità – conclude Palmira Mancuso – descrive chiaramente una gestione fallimentare che lascia sole le famiglie. È ora che l’amministrazione comunale e i garanti si assumano le proprie responsabilità e intervengano immediatamente a tutela dei più fragili.“
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