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Emergenza abitativa Messina, la lettera “Dopo tre anni nulla di fatto, nonostante invalidità. Le case improponibili dell’Amministrazione Basile”

- 11/09/2024

Precarietà, la sfida di volercela fare a tutti i costi, nonostante il basso reddito, l’invalidità, i figli piccoli a cui accudire. Sono gli ingredienti di una storia alla quale se il destino ha deciso di aggiungere anche la sfortuna di essere “stati ingannati” da un proprietario di immobile, come la lettera che segue riferisce, che affitta a questa sfortunata famiglia una casa con una serie infinita di vizi occulti, ciò la trasforma, questa storia, in una delle tante vicende messinesi di emergenza abitativa a cui il sistema dei servizi sociali, come in ogni città, è chiamato a rispondere. Ma la narrazione di quanto è accaduto non sembra confermare questo principio. Pertanto, riportiamo integralmente la lettera che giunge via mail e che invitiamo l’istituzione comunale a verificare e, conseguentemente, ad intervenire.

“Anno 2021, troviamo un appartamento in affitto e torniamo a Messina, rendendoci conto che tramite le foto, il proprietario aveva fatto in modo di non mostrarci i danni della casa. Una volta nell’appartamento cerca di rassicurarci dicendo che avrebbe fatto sistemare i danni grossi, ossia il buco nel muro in una stanzetta e le infiltrazioni d’acqua.
In più il muro nella camera da letto è sgretolato e in pessime condizioni sotto la finestra e crepe ampie nei muri del bagno.
Dopo poco tempo ci rendiamo conto che invece non avrebbe mai sistemato e che in un certo senso eravamo stati ingannati.
Così a seguito di suggerimento di un conoscente facciamo richiesta per un alloggio popolare nel mese di giugno 2021. Nessuna chiamata da parte del comune, solo una richiesta fatta e protocollata.
Nell’inverno 2021 ci rendiamo conto che non solo piove in quella stanza, ma anche nel soggiorno, proprio sopra al fasciatoio del bambino.
Inverno 2021 e 2022 cerchiamo di parlare con le assistenti sociali e mostrare loro la domanda protocollata e le foto della casa.
Ci liquidano con le stesse risposte ogni volta:
Non siamo un agenzia immobiliare.”
Non ci sono case.”
Ci sono persone che stanno peggio di voi.

Come se l’ultima affermazione dovrebbe consolarmi!
Estate 2023, riesco a mettermi in contatto con l’assessore Calafiore che mi invita a parlare con un assistente sociale e portare la domanda protocollata. Io e la mia famiglia andiamo all’incontro e l’assistente sociale compila una relazione, dicendoci: “c’è da aspettare. Non ci sono case. Ci sono persone che stanno peggio di voi.”
Passano i mesi e a marzo 2024 io e mio marito presentiamo un aggravamento della situazione.
La pioggia da quella stanza è arrivata fino al corridoio, il proprietario non ha mai riparato.
A fine maggio riesco a parlare con il direttore delle politiche per la casa e scopro mio malgrado che la domanda del 2021 a lui non risulta, fortunatamente avendo con me il documento originale lui cerca di indagare. Scopro così che quella domanda era andata persa e che a lui risultava solo l’aggravamento fatto nel mese di marzo 2024.
Un altro danno ricevuto da parte di questa amministrazione è stato fatto nel mese di marzo 2024, quando un’assistente sociale ha preteso che cambiassimo il carico di cura. Così a maggio riceviamo 200 euro in meno d’assegno d’inclusione, non riuscendo più ad arrivare alla fine del mese. 200 euro in meno!

A giugno riesco a trovare il numero del sindaco e provo a mandare un messaggio su Whatsapp dove descrivo tutta la situazione, ma non risponde.

Agosto 2024, scoppia la rubinetteria della vasca, la valvola per chiudere l’acqua del bagno gira a vuoto e mio marito è costretto a chiudere l’acqua in tutta la casa.
Chiamiamo un idraulico e dice che il bullone della rubinetteria è saltato poiché i tubi sono marci e l’acqua era in pressione, stesso motivo per cui la valvola che chiude l’acqua del bagno non funziona.
Ripara solo il pezzo che è saltato e ci informa del fatto che tutta la tubatura del bagno sarebbe da rifare.
Pochi giorni dopo incontriamo l’assessore Calafiore, io e mio marito avevamo riposto tutte le nostre speranze in quell’incontro. Pensavamo d’avere davanti una donna, una mamma… una persona che potesse capire. Invece il repertorio è sempre lo stesso.
Non abbiamo case. Quelle case non vi toccano perché siete in tre. Bisogna aspettare il bando. C’è chi sta peggio di voi.”.
Riferisco che quel giorno in cui il bullone è saltato dovevo fare il bagnetto al bambino, che è una fortuna che nessuno si sia fatto male, ma neanche questo la scalfisce.
Insomma possiamo stare qui. Con la pioggia dentro una stanza che arriva fino al corridoio, con le tubature del bagno marce, con l’amianto in terrazza, con più di una stanza fatta di umidità, con la camera da letto piena di crepe nel soffitto e il muro che cade a pezzi, con l’inverno alle porte e il decidere se chiudere le finestre per stare al caldo oppure tenere sempre le finestre aperte perché sennò l’aria è irrespirabile. Per l’assessora, noi possiamo stare qui.
Chissà per quanto… ad aspettare un bando che non esce da anni.
Nonostante le condizioni dell’appartamento, nonostante la fatica ad arrivare a fine mese, nonostante le difficoltà che ormai abbiamo nel pagare l’affitto, nonostante le scarse condizioni igienico sanitarie dell’immobile, nonostante la mia invalidità e un figlio, nonostante siamo ormai in emergenza abitativa… nonostante tutto questo dicono a me e a mio marito che si deve aspettare! E mi chiedo, aspettare cosa?

Gli appartamenti ci sono (vuoti da anni e non li sistemano, l’amministrazione non ha una programmazione di recupero degli alloggi che non possono essere assegnati perche’ necessitano di ristrutturazioni importanti e quindi rimangono chiusi. Sono a conoscenza di famiglie alle quali sono state proposte queste fatiscenti abitazioni, ma rifiutate perche’ si sarebbero stati tempi lunghissimi affinche’ lo stesso Comune provvedesse a sistemarli e, tra le altre cose, con finanziamenti assolutamente insufficienti.
I fondi Pinqua che fine hanno fatto?
Ciò che manca è la volontà di dare ai cittadini ciò che spetta loro di diritto. Poiché tutti hanno diritto ad avere una casa, un’abitazione vivibile. Tutti, nessuno escluso”.

Lettera firmata