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La scelta di Basile compromette la rete idrica per soli 30 litri al secondo? Ne vale la pena?

- 06/09/2024

Per fortuna che il Sindaco di Messina di professione non fa il medico. Perché la scelta di firmare una ordinanza contingibile e urgente che immette acqua non ancora certificata come potabile nella rete idrica potrebbe rivelarsi una di quelle che potrebbe costare più di quanto potrà concretamente aiutare a superare la crisi idrica. Far confluire nella rete dell’acqua del Sindaco, liquido di cui non si ha certezza relativamente alla sua potabilità è rischioso e potrebbe anche essere devastante in termini di rischio sanitario ma anche di costi per una eventuale sanificazione di tutta la rete e dei serbatoi. Ma, almeno a quanto dichiara l’amministrazione, il rischio sarebbe “calcolato”, visto che sulla probabile potabilità dell’acqua dei pozzi di Briga e di Mili esiste al momento “solo” una certificazione della Chemitenco Sud e della Tetralab. Rischio “calcolato” o no, permane la raccomandazione di Basile: utilizzare l’acqua della rete solo per esigenze “igienico-sanitarie”, altra espressione italianamente infelice, visto che si intende solo per lavarsi e per lo scarico dei water.

La domanda è se i 38 litri al secondo, al massimo, che si otterranno con l’immissione in rete dei 4 pozzi sia un rischio che vale la candela.

La decisione di Basile è motivata dall’impossibilità, stante la crisi idrica, di attendere “gli iter burocratici” e la loro “lunghezza”. Iter che però sono motivati ed imposti da rigidi standard di sicurezza imprescindibili.

Atto politico? Il rischio è che sia un atto irresponsabile ed affrettato. La speranza è che quell’acqua che oggi trasforma TUTTA l’acqua in rete in acqua potenzialmente “non potabile”, invece lo sia pienamente. Di certo la “scelta” di Basile, arrivata proprio quando le scuole stanno per riaprire e mentre Messina si ripopola, e dopo i proclami di “prontezza” all’evenienza diramati dall’assessore Caminiti, certifica, invece, in pieno il livello di impreparazione, di difficoltà e di mancata programmazione in cui l’amministrazione comunale è incappata con una crisi idrica che era abbondantemente prevista e prevedibile.

La scelta, anche se l’acqua immessa si rivelasse potabile, è di quelle che mette in seria discussione il rapporto di fiducia con i cittadini.

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