Sparisce con un colpo di penna il Corpo di Polizia Locale al Comune di Taormina. Un atto che esautora il comandante e che affida la gestione di quello che nell’organigramma del Comune di Taormina come una delega di un assessore. L’ex Polizia Locale di Taormina, pertanto, diventa a tutti gli effetti un “servizio” che ricade nell’Area amministrativa-Affari generali-Servizi
sociali e demografici-Servizio di Polizia locale. Responsabile del servizio sarà l’ispettore capo Giuseppe Cacopardo.
Ma tutto é in regola? No di certo a cominciare dalla posizione dell’ormai ex comandante Daniele Lo Presti, assegnato ad un ufficio tecnico, che prolunga il suo congedo parentale fino all’1 ottobre e che di certo impugnerà il provvedimento del sindaco che sembra aver dimenticato che Lo Presti è vincitore di concorso pubblico per laureati con la qualità di funzionario di Polizia Locale e che, quindi, non può essere “sbattuto” fuori così semplicemente ed, altrettanto frettolosamente, trasferito d’ufficio in una posizione demansionata.
Inoltre la decisione del sindaco di Taormina non avrebbe tenuto conto di quanto previso all’articolo 40 dello Statuto Comunale che prevede che “ Il Comune esercita le funzioni di polizia locale. A tal fine è istituito il Corpo di Polizia Municipale. La Polizia municipale è al servizio dei cittadini. Il regolamento ne disciplina funzioni, compiti e organizzazione“. Pertanto prima di procedere alla variazione in Giunta, su proposta del vice Sindaco, era necessario variare lo Statuto sottoponendo la decisione al voto del Consiglio Comunale.
Ma l’operazione di cancellazione della Polizia municipale di Taormina, segue quella del caso “Munnia”, l’ex vice comandante della Polizia locale di Taormina che nel mese di agosto ha ingiunto al Comune il pagamento della somma relativa agli straordinari effettuati e negati dal sindaco di Taormina. Una rottura che portò all’abbandono dell’incarico di Alessandro Munnia già nel mese di febbraio di quest’anno e che ad agosto divenne vertenza concreta con il decreto ingiuntivo notificato al Comune per la somma di 24.968.70 euro oltre “interessi legali dalla scadenza al soddisfo ed oltre le spese del presente procedimento che si liquidano in euro 118,50 per spese ed in euro 283,50 per compensi professionali oltre spese generali IVA e CPA”. Ingiunzione contro la quale il sindaco ha deciso di resistere, nominando un legale con nuove spese da annotare.
La questione che segue, quella del comandante Lo Presti è la conclusione di una operazione che appare come la concretizzazione della volontà di smontare il Corpo, farlo sparire e fagocitarlo all’interno della gestione diretta dell’amministrazione. Lo Presti, che inizialmente aveva seguito il sindaco di Taormina anche nei suoi blitz con il solito piccone in mano, immagine cliché che abbiamo visto ai tempi anche a Messina, aveva dato prova della sua autonomia quando firmò la contestazione e l’atto di sequestro di ben due cantieri comunali: l’ufficio abusivo alla funivia e il cantiere senza alcune autorizzazioni per i bagni di San Pancrazio. Una “lesa maestà” mai digerita dal sindaco che allora stava ancora a leccarsi le ferite dell’infausto esito delle elezioni europee. “V” per vendetta, quindi? Questo è ciò che appare.
Un atto quello del sindaco di Taormina che passa letteralmente sopra le contestazioni di legalità mosse dall’allora comandante Lo Presti nei confronti dei cantieri contestati e sequestrati, come se fossero stati atti “irriguardosi e scorretti” e non il semplice e doveroso esercizio del proprio servizio volto a garantire la legalità. Pertanto se Lo Presti “non è gestibile”, allora meglio “eliminare” lui ed il Corpo.
Quanto accade a Taormina somiglia, per la verità, molto a quanto accadde a Messina con Calogero Ferlisi, l’allora Comandante della Polizia Municipale, che fu costretto a dimettersi nel mese di marzo del 2019 per non sottostare all’imposizione di decisioni del sindaco di Messina, oggi lo stesso di Taormina, Dopo Ferlisi ci fu il nulla: il comando, dopo alterne vicende e difficoltà procedurali, è stato assegnato oggi al Commissario Giovanni Giardina.
Ma questa grande manovra del sindaco di Taormina volta a porre sotto il proprio diretto controllo la ormai ex polizia locale, era stata già bacchettata dai sindacati: il SILPOL e il SULPL, maggior sindacato della polizia e dei poliziotti locali d’Italia, che l’avevano definita quanto meno “anomala”. Una “situazione che si vorrebbe creare a Taormina, dove l’Amministrazione comunale ha espresso l’intento di abolire il Corpo della Polizia Locale per sostituirlo con un generico ‘servizio di Polizia Locale’ al cui vertice sarebbe posto il segretario comunale (figura estranea alla PL ed alle sue funzioni che non può né esercitare, né “partecipare”), con l’ulteriore annuncio che tale segretario “indicherebbe” un “sottoposto” fiduciario tra i poliziotti locali, con procedura del tutto estranea alla legge“. Con la nota SULPL del 20 agosto di quest’anno il sindacato invocava l’intervento del Prefetto, che ad oggi continua a tacere.
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