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La storia “semplice” di Siciliacque: l’accordo ad aprile di Basile per Taormina non consentì a luglio di ricevere acqua in più a Messina

- 26/08/2024

La storia di Siciliacque e dell’accordo per Taormina siglato con AMAM e con il Comune della perla dello Jonio, potrebbe avere una storia ed una spiegazione molto, ma molto, semplice.

DA GENNAIO AD APRILE 2024

Tutto parte dai dati secondo i quali, come tutti gli altri torrenti e fiumi, nonché laghi siciliani, cominciarono a suonare segnali di allarme già da anni a questa parte, con valori negativi preoccupanti con le precipitazioni in calo in Sicilia, ai minimi storici già da gennaio di quest’anno. Ciò che accade ad aprile è che a Taormina qualcuno si accorge che i dati attesi per la stagione estiva saranno particolarmente elevati e che la cittadina turistica per antonomasia sarà letteralmente presa d’assalto. Visto l’alto numero di prenotazioni, sempre quel qualcuno, realizza che non basterà di certo la quota di acqua che Messina gli manderà come avviene ogni anno in solidarietà, come avviene peraltro, e lo scrivemmo nel 2023 (a differenza di altri che se ne accorgono solo oggi) a Giardini.

Sempre quel qualcuno decide allora di agire per tempo e chiede a Siciliacque se è possibile ricevere una portata maggiore limitatamente al periodo estivo. Siciliacque, gestore dell’Alcantara, risponde che la quota di acqua in più “conclusa la fornitura del perimetro” è disponibile, ma che la condotta che serve Taormina non consente un aumento di portata. Quindi non se ne fa niente.

APRILE, IL COLPO DI “GENIO”

Il signor qualcuno si ricorda allora che a Messina è sindaco colui che è stato eletto con i voti del movimento che, qualcuno, sindaco di Taormina, hanno consentito che venisse eletto nel 2022. Ecco che scatta, quindi, la soluzione: Taormina riceverà quella quota in più, fino a 60 litri secondo, dalla conduttura del Fiumefreddo, ovvero da AMAM, e questa la riceve, di ritorno da Siciliacque. Peraltro il Fiumefreddo è anche più “comodo” rispetto a Taormina, in quanto l’acqua arriverà per caduta e senza costi esorbitanti dovuti al consumo elettrico delle pompe si sollevamento.

Trovata la soluzione, si rivelerà questione di un attimo convincere il Sindaco di Messina a stipulare un accordo tra AMAM e Siciliacque per risolvere, così, tutti i problemi idrici di Taormina, e in un sol colpo.

E il sindaco di Messina, tranquillo dell’operatività di AMAM, dei 5 stop idrici, di cui non si sa ad oggi molto, nonché della tenuta della quantità di acqua prevista di cui ha bisogno Messina in estate, e, probabilmente, dalle previsioni, sbagliate di chi lo affianca, sostanzialmente benedice l’accordo di AMAM.

LUGLIO, IL RISVEGLIO: niente acqua in più per Messina

Ma quando a fine giugno, Basile, in piena stretta della siccità e con le portate di invasi e fiumi ai minimi storici, si accorge che così Messina non ce la può fare, ecco che chiede a Siciliacque di incrementare la portata in favore di Messina, ancor più di quella che solitamente arriva in città. La risposta di Siciliacque è che, concluso “il perimetro” delle forniture del territorio, tra cui c’è anche quella “nuova” di Taormina, di acqua in più da mandare a Messina non ce né rimasta. Finita la disponibilità e Messina rimane a secco. Stop, e fine della storia.

“Furto d’acqua”? Certo che no. “Furbetti della mandata idrica”? Probabilmente no, anche in questo caso. Ma tutto sarebbe derivato semplicemente da “una svista” del Sindaco di Messina ed entourage, imperdonabile, anche questa come quella del bilancio non approvato, delle assunzioni non autorizzate ed altro. Una “svista” che è costata la crisi idrica che Messina sta vivendo, la più grave e lunga di tutti i tempi.

Scrive Giulio Boccaletti, nel suo libro “Siccità”, che la gestione dell’acqua non è mai stata soltanto una questione tecnica, ma anche una leva di potere e controllo. E, mentre c’è chi, ingenuamente, lo ignora, “qualcuno” lo sa perfettamente.