L’ipotesi di non tirare la Vara quest’anno, stante l’emergenza idrica, risparmiando così tre preziose autobotti che ieri hanno sversato ettolitri di acqua sul selciato, non ha neanche sfiorato l’amministrazione comunale. E come dar loro torto: sarebbe stato un colpo alla loro immagine in difficoltà, peggiore della scelta di far partire la macchina votiva scivolando su acqua che poteva andare a ristorare famiglie, anziani e categorie fragili in difficoltà. Acqua che in alcuni tratti del percorso della Vara è sembrata anche poca, evaporata in pochi minuti sotto il caldo bestiale della canicola di questi giorni comandata da Caronte che non molla il Sud d’Italia. Così, in uno dei giorni più roventi di questa estate, la Vara è partita e, si sa, l’evento inebria, esalta, stordisce e con esso ogni difficoltà della crisi idrica che però oggi, il giorno dopo della Vara, ripiombano con tutto il loro peso. Nel frattempo giungeva notizia (da verificare) che in via Tommaso Cannizzaro “non c’è acqua”…
La crisi idrica è solo all’inizio: la popolazione a settembre aumenterà per i rientri, per le scuole che riaprono, e questa amministrazione che opera per prove e aggiustamenti, non sembra preparata ad affrontare la seconda fase, quella del ritorno alla “normalità” delle attività cittadine. Nel frattempo Taormina lava le sue strade con le autobotti: non lo diciamo noi, ma, in un post il 3 agosto, Lucia Esposito, in quota De Luca, che scrive: “hanno lavato la via Bagnoli Croci e pulito tutto con l’idropulitrice”. Ben per loro. A noi il quesito sul tipo di acqua contenuta nelle autobotti. Siamo certi che qualcuno dirà che “era salmastra”…
Messina si consoli con le foto dell’evento che anche quest’anno (tranne che per il Covid) “immota” non è rimasta.
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