Revocata in autotutela la nomina a Pietro Fotia di vice-comandante e dirigente della Polizia Metropolitana. Un atto formalizzato ieri da Salvo Puccio in qualità di direttore generale dell’Ente che arriva dopo ben due mesi dalla nomina, decisa il 5 giugno scorso. Il perché Salvo Puccio lo spiega sul quotidiano locale, ma non spiega perché non ci si è accorti prima che “il servizio di Polizia Metropolitana, alle dirette dipendenze del Sindaco metropolitana, nell’ambito della struttura organizzativa dell’ente non è una struttura di livello dirigenziale, e per tale ragione, nel funzionigramma vigente, tutti gli atti e provvedimenti di natura gestionale che abbiano rilevanza esterna e comportano spesa sono rimessi alla competenza del direttore generale“. In soldoni era una nomina che NON POTEVA ESSERE AFFIDATA in quanto non è struttura dirigenziale. Nomina che a giugno non era neanche stata comunicata alla stampa.
Dopo la vicenda delle assunzioni sospese questo è un altro caso di “svista” che può determinare un danno erariale e che dimostra la scarsa attenzione della dirigenza generale. Chi sarà il “capro espiatorio” stavolta?
Peccato per il sindacalista di lungo corso che torna a svolgere le normali funzioni di prima, nonostante le intenzioni di Giovanni Giardina, comandante della Polizia Municipale del Comune di Messina, ma anche della Polizia Metropolitana, volesse affidare a Fotia non solo la guida in sua vece ma anche permettere un avanzamento sostanzioso di carriera.
Il sindacalista Fotia è quello che firmò il “Salva Messina” e che passò da una fase altamente critica dell’operato di Cateno De Luca fino a diventarne, improvvisamente, “fedelissimo”, tanto da comparire tra i versanti dei contributi volontari del mese di aprile/maggio 2024 al movimento dell’oggi sindaco di Taormina con 1.500 euro donati dalle finanze del sindacalista segretario del CSA e collega di Clara Crocè.