L’appuntamento è alle 10, ma non nel quartiere generale di AMAM, né in Consiglio Comunale che in tutta questa bagarre, tra Messina e Taormina, tace e non prende posizione. L’incontro per “il chiarimento” è sotto la vecchia condotta dell’Alcantara, tinta di uno sbiadito verde acqua, almeno il colore è distensivo, ma di rilassate note e parole oggi ce ne saranno ben poche. Cosa si vuol dimostrare oggi? Che nello stesso momento Messina riceve la stessa acqua che da a Taormina? Che “il furto” d’acqua non c’è? Ma chi parla di “furto d’acqua” è solo il sindaco di Taormina. Misurare la mandata che in contrada Sirina, tra Taormina e Giardini, viene “vettoriata” (termine non italiano) a Taormina e, in contemporanea, quella che arriva “restituita” da Siciliacque non sgombra il campo dai dubbi perché certificherà l’oggi, cioè un determinato momento nella storia di una consegna d’acqua da AMAM a Taormina che ha una storia molto più lunga e per la quale i messinesi si sono sempre accontentati delle dichiarazioni, delle parole, ma non hanno mai visto dati storici. E neanche oggi li vedranno, molto probabilmente. Ma se prima la città se ne infischiava perché l’acqua era sufficiente e il “vettoriamento” non procurava disagi, oggi sono in molti a porsi una ed una sola domanda: “Perché dobbiamo dare acqua a Taormina?”. La Perla dello Jonio ha il pienone di turisti e nessuna difficoltà idrica. Messina ha rivisto, dopo la crisi idrica del 2015, l’andirivieni di autobotti e di mezzi della Protezione Civile, adattati con serbatoi di plastica. Messina ha sete e Taormina no, considerato quel dato statistico accertato che un turista consuma dieci volte quello che un cittadino abitualmente utilizza. Insomma, oltre ai cittadini, è il Consiglio Comunale, estromesso dalla decisione di AMAM, che dovrebbe chiedersi “perchè dobbiamo dare acqua a Taormina in un momento in cui dovremmo riceverla?”. La risposta la darà oggi la “conferenza” stampa di oggi, che fotografa solo l’oggi, solo quel che conviene, senza uno straccio di documenti? La speranza è che Basile, in uno scatto di orgoglio, si svincoli dall’unica risposta a quella domanda (dobbiamo darla a Taormina perché c’è De Luca) e si rechi sotto il ponte di Siciliacque con i documenti forniti da AMAM, sotto braccio. La speranza è che Basile difenda i messinesi che si pongono legittime domande e che per questo non sono “sciacalli”, ma cittadini che un Sindaco dovrebbe rappresentare con responsabilità e trasparenza, senza fili e senza lacci. Si chiama orgoglio, o meglio, dignità.
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05/08/2024