“In difesa del diritto alla salute, pesantemente minacciato dalla legge Spacca-Italia, abbiamo scelto un luogo simbolo. Abbiamo scelto l’ospedale Piemonte per raccogliere le firme a sostegno del referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata”. Lo ha affermato il segretario generale della Uil Messina, Ivan Tripodi, stamattina dinanzi all’ospedale Piemonte dove il “Sindacato delle Persone” ha allestito un banchetto per le sottoscrizioni del referendum contro la legge Calderoli: “Il sistema sanitario pubblico messinese – ha aggiunto Tripodi – rischia di diventare ancora più carente, fragile e inefficiente. Ma non basta. È a rischio tutta la rete dei servizi alle persone”. Impegnati nella raccolta firme anche il segretario organizzativo della Uil e della Uil Fpl peloritana, Maurizio Celona, e il segretario generale della Uil Pensionati Pippo Calapai che assieme a Ivan Tripodi hanno lanciato uno “specifico appello” alla mobilitazione di anziane e anziani messinesi: “Vogliamo ribadire qui, dall’ospedale Piemonte, la denuncia del nostro leader nazionale Pierpaolo Bombardieri sugli effetti perversi della controriforma Calderoli. L’autonomia differenziata non fa bene al Paese perché le persone rischiano di diventare più povere, in particolare i pensionati, per i quali diminuirebbe la qualità dell’assistenza, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno”. Ivan Tripodi ha concluso: “Ormai da giorni assistiamo a una massiccia e convinta partecipazione dei messinesi, al di là di ogni aspettativa, alla nostra sfida democratica contro norme che negano alla radice i principi fondanti di un’Italia unita, libera e giusta. La nostra provincia e il Meridione devono temere di più, perché sono i bersagli grossi di chi vuole scippare altre risorse a un territorio che già oggi soffre tra declino e spopolamento ma non si rassegna. Le messinesi e i messinesi avevano già detto no all’Autonomia differenziata lo scorso anno, in occasione della grande manifestazione regionale di Caltanissetta e della petizione per chiedere al presidente Renato Schifani il ritiro della propria adesione al progetto Calderoli. Adesso, bisogna andare oltre. Oggi chiediamo una firma, domani un sì all’abrogazione della legge-scandalo”.
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