“E’ notizia recente la denuncia di una testata giornalistica locale sulle condizioni, ai limiti del
disumano, cui sono costretti a lavorare gli ausiliari del traffico di ATM SpA impiegati nel controllo dei parcheggi a Torre Morandi. Dopo la denuncia giornalistica si è registrato un intervento “riparatore” dell’azienda in zona Cesarini ma la pezza è peggio del buco”. Lo scrivono le sigle sindacali FIT-CISL, UILTRASPORTI, FAISA – CISAL e ORSA TRASPORTI in una nota indirizzata al D.G. di ATM Claudio Iozzi, al Presidente Giuseppe Campagna ed al Servizio XX dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Messina, unitamente allo S.Pre.S.A.L. di Messina ed alla Prefettura. I sindacati informano anche i Consiglieri Comunali cittadini.
“Alla denuncia, documentata, di una fatiscente tettoia in lamiera che era stata individuata per fornire ai lavoratori un riparo di fortuna all’ombra, l’azienda ha risposto impedendo ai lavoratori di usare quella postazione e, con i metodi autoritari più volte denunciati da queste OO.SS., li costringe a pattugliare senza sosta, per l’intero turno di lavoro, con temperature che si approssimano ai 40° e sono destinate ad aumentare nei prossimi giorni.
L’acqua potabile, messa a disposizione dei lavoratori solo dopo il citato articolo stampa, è reperibile solo nel lido di Torre Faro che i lavoratori possono raggiungere percorrendo a piedi un lungo tragitto sotto il sole e per i bisogni fisiologici l’azienda, in fretta e furia, ha fatto collocare dei bagni chimici che con le attuali temperature equivalgono a camere a gas.
Si denuncia altresì una illegittima turnazione su sette giorni consecutivi lavorati e uno di riposo. Tale circostanza è ampiamente documentata e documentabile sia dal prospetto della turnazione mensile che dal calendario delle presenze. A ciò si aggiungono le improvvise variazioni dell’organizzazioni del lavoro, per presunte esigenze di servizio, che costringono i lavoratori a 9/10 giorni di lavoro consecutivi senza riposo. Anche in questo caso l’evento è ampiamente documentabile“.
“Caldo estremo e colpi di calore – scrivono le OO.SS. – mettono a rischio la salute dei lavoratori e molte aziende riorganizzano i turni sulle ore più fresche e, sopra i 35 gradi, in alcuni ambiti lavorativi scatta la Cig per eventi meteo. L’Inail stima che ogni anno siano oltre 4mila gli infortuni legati al caldo e il pericolo è che in futuro la situazione possa peggiorare.
Negli ultimi giorni l’Inps ha ribadito che oltre i 35 gradi le aziende possono chiedere la cassa
integrazione per i dipendenti, ma, prima di arrivare a una misura così drastica, sono tante le norme e le pratiche pensate per salvaguardare le condizioni di chi lavora. C’è il Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, con le misure da soddisfare per garantire un microclima adeguato e anche l’Ispettorato del lavoro si è espresso con una circolare contenente le norme per affrontare il problema“.
“I datori di lavoro – continuano i sindacati – devono informare i dipendenti sui comportamenti da tenere per ridurre i rischi per la salute. Sono tenuti ad aumentare le pause e a mettere a disposizione acqua potabile vicino alle postazioni, oltre ad aree ombreggiate dove riposarsi.
Per quanto in premessa le scriventi OO.SS. stigmatizzano l’organizzazione del Lavoro imposta da ATM SpA che si pone in assoluta controtendenza al descritto orientamento a tutela della salute dei lavoratori.
Tale comportamento aziendale – su descritto – è in palese violazione della vigente normativa (Decreto legislativo n. 66/2003) e del CCNL di categoria. Non consentire ai lavoratori di usufruire del riposo settimanale previsto dalla richiamata normativa, rappresenta un palese rischio per la salute dei lavoratori che rientra nei casi previsti dal D.L.81/08 e ss.mm.ii.
Si chiede pertanto a codesta Spett.le Azienda che la prevista turnazione venga predisposta ed
attuata, con effetto immediato, in conformità del disposto contrattuale e normativo.
Si chiede altresì di sanare con sollecitudine le ore lavorate in eccedenza a quelle previste,
comprensive dei mancati riposi, e di adeguare l’ambiente di lavoro al Testo Unico per la sicurezza in fase di eventi meteo.
Nella prevedibile ipotesi di ennesimo diniego di parte aziendale, si chiede alle Istituzioni in indirizzo, ognuno per le proprie competenze, di intraprendere tutte le azioni previste a tutela degli interessi e della salute dei lavoratori.“