“Ho settant’anni e sono cardiopatico. Abito alla cooperativa La Gazzella, proprio nei pressi del Mandalari. Siamo senz’acqua da ieri e dalle sei di stamane controllo i rubinetti attenendomi alla tabella di AMAM ma inutilmente. Sarò costretto ad armarmi di bidoni ed andare a riempirli nonostante la mia patologia, l’età e il caldo”. La telefonata di questo nostro lettore arriva stamattina alle 7 ed il tono di voce è greve e rassegnato. Non c’è rabbia anche quando riferisce che “al COC non mi risponde nessuno“. C’è rassegnazione e tanta amarezza, compresa la paura di dover affrontare il caldo a 70 anni e la cardiopatia per dover andare a rifornirsi di acqua portando con sé bidoni che al ritorno saranno pesanti e pericolosi per chi non sta bene.
E’ quanto accade da Sud a Nord in città con condomini che non hanno altra alternativa se non chiedere l’intervento dell’autobotte. In molti chiamano il COC del Comune di Messina, ma troppo spesso devono ricorrere all’amico, al giornalista, alla chat di turno per ottenere il diritto di ricevere aiuto.
Questa è la Messina del “bravo Basile”, dal complimento che Schifani avrebbe rivolto al nostro sindaco, che ieri canta vittoria per i fondi del depuratore di Tono, un progetto che ha dieci anni e che, quindi, risale a prima di lui e prima di De Luca. Lo stesso sindaco che corre a Faro per complimentarsi della straordinaria camminata del funambolo che di ritorno economico per la città, se non una fugace visibilità e curiosità, non ha di certo portato. L’acqua comincia sempre più a scarseggiare nell’assordante sferragliare di una locomotiva amministrativa fatta di eventi e concerti che non sono certo la priorità.
Nel frattempo il signor Platania ha già preso i bidoni in mano e si volta verso i rubinetti secchi, si avvia sotto il sole per riempire i suoi contenitori che al ritorno il loro peso potrebbe essergli fatale. Ma è solo l’inizio.
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