La sentenza che ieri ha visto soccombente l’ATM nella vicenda dell’apprendistato non tocca solo la questione specifica legata ai cinque licenziati in tronco e senza alcuna motivazione, ma va ben oltre e rischia di concretizzare un danno erariale importante ed insostenibile per le casse di Ente, quello del Comune di Messina, già in condizioni di sorvegliato speciale della Corte dei Conti ai fini del rispetto dei principi economici e degli obiettivi legati al piano di riequilibrio. Lo sottolineano i sindacati Orsa, Fit-Cisl, Uiltrasporti e FaisaCisal che scrivono al Sindaco di Messina Federico Basile che, in un primo momento, aveva promesso un proprio intervento sulla vicenda proprio dei cinque apprendisti per poi, tale promessa, sciogliersi come neve al sole, senza alcun seguito oggettivo e concreto. Insomma il silenzio, il solito nulla che oggi rischia di diventare un danno incalcolabile per ATM, per il Comune e quindi per i cittadini messinesi. Tant’è che “la sentenza del Tribunale del Lavoro – come sottolineano le sigle sindacali – è andata oltre le nostre aspettative, il Giudice ha ben chiarito che ATM SpA ha applicato, in modo illegittimo, il contratto di apprendistato formativo a soggetti già formati in altre realtà lavorative, ne consegue che molti di questi lavoratori, oggi in forza ad ATM, faranno ricorso legale per richiedere il pregresso ricalcolo del salario di apprendista da equiparare agli emolumenti di un normale lavoratore a tempo indeterminato”. “Altro capitolo di spesa pubblica da impiegare per l’ennesimo errore del management aziendale???” Specificano i sindacati.
“Non conforta – continuano i Sindacati – la reazione di ATM che con una nota stampa ha reagito alla sentenza in esame dichiarando: ‘Si prende atto di una sentenza emessa dalla Sezione Lavoro del Tribunale di Messina che ha ritenuto la nullità di un rapporto di apprendistato professionalizzante… si proporrà ricorso in appello avverso la predetta sentenza, fiduciosi che la Corte d’Appello rivaluterà la vicenda… La sentenza infatti appare erronea…’
Con l’emblematica arroganza che ormai contraddistingue la gestione ATM, il management asserisce pubblicamente che la sentenza del Giudice del Lavoro è sbagliata e annuncia ricorso in appello. Sig. Sindaco, riteniamo opportuno parteciparLe che quando i lavoratori ricorrono in Tribunale per vedere riconosciuti i propri diritti e/o per difendersi dalle centinaia di provvedimenti disciplinari sommari che l’azienda emette mensilmente, pagano le spese legali di tasca propria!!! La domanda è: quando l’azienda si impantana da sola in contenziosi legali che andrebbero responsabilmente evitati e perde in Tribunale, chi paga gli avvocati? le spese? I risarcimenti??”.
“In occasione di un’audizione in Commissione Consiliare – le sigle ricordano al Sindaco Basile – queste Organizzazioni Sindacali hanno ampiamente documentato i tantissimi contenziosi che hanno visto soccombente l’azienda, condannata a risarcire i lavoratori ed a pagare le spese legali per decine di migliaia di euro. Appare inverosimile che a soffrire siano state le tasche del Presidente Campagna o del Direttore Iozzi e siamo certi che laddove le conseguenze dei contenziosi ricadessero sul management aziendale, così come ricadono sui lavoratori, prima di imporre arbitrariamente regole aziendali fantasiose e avventurarsi in cause perse… ATM SpA ci penserebbe più volte…
Sig. Sindaco, Lei è garante delle risorse pubbliche che andrebbero impiegate per capitoli più nobili dei contenziosi che sistematicamente questa ATM perde in Tribunale. Ormai dovrebbe esserLe sufficientemente chiaro che in azienda vige una gestione di tipo “feudale”, incompatibile con la nostra giurisprudenza che puntualmente ne condanna le gesta arbitrarie ed ha pagare le spese sono i cittadini contribuenti”.
I sindacati chiedono, pertanto, che il Sindaco Basile solleciti il presidente della Commissione Consiliare Mobilità e Lavori Pubblici, avvocato Papa, affinché mantenga la parola presa di “dedicare interamente” una commissione “alle vicende ATM ma sono passati mesi e ancora attendiamo la convocazione…” concludono i Sindacati.