“Questa è una legislazione emergenziale, non si pone nel solco di quanto tracciato dalla Convenzione di Istambul, che asseriva come la violenza di genere sia un problema strutturale. Così si rischia che intervenendo sul problema in modo emergenziale contribuisce al rafforzamento dell’assuefazione nei confronti di tutte quelle forme di eventi di violenza strisciante e continua che si presentano in modo multiforme, rispetto a fatti criminosi efferati dai quali la stessa legislazione a volte discende come risposta da dare in modo immediato al problema“, lo ha detto ieri nel suo intervento la Senatrice di Italia Viva, avvocato Dafne Musolino, durante il convegno, organizzato dalla Camera Penale Erasmo da Rotterdam, sul Codice Rosso tenutosi presso l’Aula Magna della Corte d’Appello del Tribunale di Messina.
Una legge quella sul Codice Rosso, varata nel 2019 e integrata nel 2021, che ha come fonte la Convenzione di Istanbul, del 2011, sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Una legge che, secondo il Procuratore Capo di Barcellona P.G. Giuseppe Verzera , non tiene in debito conto la prevenzione. “Come può ed a che pro, ha detto Verzera, un magistrato è tenuto a convocare la vittima entro tre giorni dall’iscrizione del fatto criminoso nel registro dei reati? Che visione di insieme e quale completezza può avere il magistrato? Ritengo che sia più corretto convocare la vittima del reato di cui si parla nel momento in cui il quadro è completo“.
“La verità – ha sottolineato la senatrice Musolino – è che queste sono norme scritte sull’onda dell’emotività scaturente da efferati fatti criminosi che spesso non tengono conto dell’effettiva organizzazione delle Procure. E’ necessario, altresì, agire sul piano strutturale del problema: è necessario eleiminare i messaggi sessisti per i quali i giovani di oggi sono molto più attenti delle generazioni passate. I giovani hanno maturato una maggiore sensibilità che senza quegli anticorpi sociali di cui la nostra generazione era dotata, come la famiglia ad esempio, e la cultura del consenso, secondo cui il si è si, il disagio sociale e l’impianto strutturale del problema continua ad essere solido. Insomma solo un consenso espresso – ha sottolineato la Musolino – equivale ad una manifestazione che di fatto libera l’altra parte da una accusa di violenza”.
Al convegno organizzato dall’avvocato Filippo Mangiapane, Presidente della Camera Penale Erasmo da Rotterdam, erano presenti la Prefetta di Messina Cosima Di Stani, il Questore di Messina Annino Gargano, il comandante provinciale dei Carabinieri Marco Carletti, il tenente colonnello della Guardia di Finanza Girolamo Franchetti. Sono intervenuti in qualità di relatori l’avvocato Domenico Andrè, delegato Scuola della Camera Penale di Messina “Erasmo da Rotterdam”, e Rosaria Chillè segretaria della Camera Penale di Messina “Erasmo da Rotterdam”.
Condividi: