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Renato Zero al Palarescifina. Finocchiaro sveli i dati dell’ “indotto economico turistico per Messina”. Ecco cosa servirebbe per Messina “Meravigliosa” che muore.

- 22/04/2024
finocchiaRO BASILE CAREUSO CALAFIORE voce di Sicilia

Sarà un grande evento di musica e occasione di indotto economico e turistico per Messina sempre più Città della Musica e degli Eventi”. Lo dichiarano Massimo Finocchiaro assessore al ramo spettacoli per Messina ed il Sindaco Federico Basile. L’occasione non è solo quella del concerto al Palarescifina di Renato Zero, ma quella che, secondo i due amministratori messinesi, avverrebbe per ogni concerto. Ma è proprio così? C’è un solo modo per sgombrare il campo dai dubbi.

A parte la diffusa diffidenza da parte di moltissimi commercianti in merito a questa affermazione ripetuta come un mantra e che sembra quasi giustificare un operato non sempre condiviso, sarebbe quanto meno corretto che essa venisse supportata dai dati. Altrimenti resta una dichiarazione vuota e pregna di dubbi, come tante altre alle quali siamo stati abituati. Ma mai abituarsi a quello che non è giusto.

Per il resto la presenza a Messina di Renato Zero è e rimane incontestabilmente un fatto che dovrebbe essere, però, solo un tassello di una progetto di sviluppo ben più concreto ed articolato. E’ comunque apprezzabile che il grande cantautore, storia anche della giovinezza di molti di noi, canti al Palarescifina. Ma non è di soli concerti che può alimentarsi una città in crisi economica profonda e senza spunti occupazionali. Ci vorrebbe ben altro. Lo ha detto chiaramente anche il professor Michele Limosani, apprezzato e realista docente di Economia all’Università di Messina, durante una recente conferenza tenutasi il 15 aprile scorso a Palazzo Zanca, “Non c’è il rischio di una crisi a Messina. La crisi economica c’è già”.

Un’economia al palo, ben lontana dall’essere “vivace”, come la definì il Sindaco Basile, con tantissimi giovani che lasciano lo Stretto per andare dove la loro competenza viene riconosciuta lontano da parrocchie politiche e ridicoli fun club” di partito o riferibili a dominus invadenti, necessiterebbe di un confronto serio tra chi governa la città e chi la costruisce davvero giorno per giorno. Ma la condivisione e l’auditing sembrano due beni preziosi che sono diventati scomodi per chi ha scelto di essere soldato e non generale.

Intanto Messina continua a scivolare in un baratro che si fa sempre più profondo e senza uscite evidenti o intravedibili a dispetto di quanto narrò l’ex sindaco Cateno De Luca. “Una Messina Meravigliosa” raccontò in campagna elettorale nel 2018 ai messinesi, che gli diedero fiducia per ben due volte.

Ma dov’è questa Messina “meravigliosa”? E’ quella dei concerti? Quella degli street food? O è quella delle partecipate nonostante qualcuno voleva abolirle? Queste non sono più “bancomat della politica”? O vale solo per gli altri? O è quella dell’acqua H24 che invece continua ad arrivare tre ore su 24? Per non parlare di una differenziata che “funziona” ma non in tutta Messina con discariche a cielo aperto nelle parti periferiche? Ed in centro i turisti passeggiano tra i contenitori strapieni per un sistema che non funziona? E’ forse quella che ha un Dipartimento servizi sociali che non possiede e non ha mai posseduto una concreta MAPPA DEI BISOGNI? Quella Messina “del welfare” con una società comunale che ha più dipendenti dello stesso Comune di Messina? E’ questa “occupazione”? E allora?

Servirebbe creatività, amore vero per la città e comprensione di una realtà che è molto diversa da quella che si raccontano gli stessi amministratori cittadini. Servirebbe trasparenza e umiltà.

massimo finocchiaro voce di Sicilia