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Mafia stragista, nuovo identikit di Giovanni Motisi, l’ultimo grande latitante

- 19/04/2024
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Ha una struttura fisica robusta, un lieve sorriso come in uno scatto di gruppo e i capelli grigi.

Per ricostruire il nuovo identikit di Giovanni Motisi, l’ultimo grande latitante della mafia stragista, la polizia ha fatto ricorso alla tecnica dell’Age progression applicata a immagini vecchie degli anni Ottanta e Novanta ritrovate in casa del boss. Per renderlo identificabile, nel laboratorio della polizia scientifica si è cercato di ricostruire, con il supporto dell’intelligenza artificiale, l’aspetto del grande ricercato. È la stessa tecnica usata per l’identikit di Matteo Messina Denaro e consiste nell’invecchiamento fisiognomico progressivo del soggetto ricercato e nel trattamento di alcuni profili antropometrici che caratterizzano la cerchia familiare. La diffusione dell’immagine attualizzata di Motisi, detto ‘u pacchiuni (il grasso), ricercato dal 1998, è stata decisa per stringere il cerchio attorno al boss, che ha 65 anni ed è inserito nell’elenco dei latitanti di “massima pericolosità” del programma speciale di ricerca del ministero dell’Interno.

La sua storia criminale nella gerarchia di cosa nostra è passata attraverso uno dei più gravi crimini degli anni di piombo: l’uccisione il 6 agosto 1985 del vice questore Ninni Cassarà, capo della sezione investigativa della squadra mobile, uno degli investigatori più apprezzati da Giovanni Falcone. Quel giorno venne ucciso anche l’agente Roberto Antiochia che aveva rimandato le ferie per partecipare alle indagini sull’uccisione il 28 luglio 1985 del commissario Beppe Montana.

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