«Una svolta importante in un comparto significativo della nostra economia. Attraverso questa legge, il governo regionale si è mosso per coniugare la doverosa tutela dell’ambiente con una revisione organica del sistema. Un riordino fondamentale per un settore destinato a vivere una fase di espansione, grazie anche alle opere pubbliche che saranno avviate nei prossimi mesi in Sicilia, con l’impegno sinergico e congiunto di Stato e Regione». Lo ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani commentando l’approvazione in Ars della legge che riorganizza il settore delle cave in Sicilia.«Il governo Schifani – ha aggiunto l’assessore regionale all’Energia, Roberto Di Mauro – ha portato avanti un lavoro intenso, insieme alla commissione legislativa dell’Assemblea regionale, per favorire il recupero ambientale. Finisce l’era delle cave abbandonate, che i comuni dovevano risanare: una cosa rivelatasi impossibile per gli enti locali, per la mancanza di risorse adeguate. L’idea di mettere a sistema un recupero organizzato che prevede la presentazione di un progetto esecutivo da parte delle aziende, approvato poi dal dipartimento, mette in condizione di operare seriamente il risanamento del territorio. La nuova norma consente, inoltre, l’adeguamento alle nuove tariffe, lo snellimento delle procedure e di fare chiarezza in termini di sanzioni». In base alla nuova legge, dovrà essere l’esercente e non più il Comune in cui ricade la cava, a procedere al recupero ambientale in corso d’opera, con spese a suo carico. Dove non è possibile effettuare il risanamento del territorio nel corso dell’attività estrattiva, come nel caso delle cave “a fossa”, l’impresa potrà svolgerlo alla fine del ciclo di sfruttamento, ma dovrà attivare una cauzione per l’intero importo dei lavori. Le amministrazioni potranno utilizzare le somme per completare il ripristino dei luoghi, in caso di inadempienza dei privati.
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23/01/2019
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