Si chiude una pagina di cronaca giudiziaria tra le più tristi e dolorose per la città di Messina. Luigi De Domenico, ormai appellato “l’untore” per aver taciuto fino alla fine alla compagna di aver contratto l’AIDS, provocandone così l’atroce morte, è stato condannato a 22 anni in Appello, al Tribunale di Messina. Si tratta non solo della conferma della sentenza di primo grado, ma anche quella di un processo bis, nuovamente celebratosi in quanto quello già tenutosi era stato annullato nel dicembre del 2022 perché uno dei componenti della Giuria aveva compiuto 65 anni in corso di celebrazione. Una interpretazione della legge di merito non corretta alla quale la riforma Nordio ha posto rimedio e nullità, tra l’altro ispirata da un’interrogazione presentato in Senato dalla senatrice di Italia Viva Dafne Musolino nel febbraio del 2023. Un’interpretazione che anche la Corte di Cassazione adottò nel mese di maggio dello stesso anno e ben dopo l’interrogazione della Senatrice Musolino, nei confronti di un caso analogo di un processo svoltosi a Palermo.
Si conclude così una vicenda dolorosa che costò la morte a soli 45 anni di una valente e nota avvocata messinese che lasciò un figlio. La famiglia della avvocata messinese era rappresentata dai legali avvocato Candido Bonaventura ed avvocata Elena Montalbano.
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