Il “workshop”, inglesismo ad hoc, che si è tenuto ieri poteva e doveva essere un’occasione di confronto. Ma l’incontro con imprenditori, cittadini e commercianti (presenti non più di 30 persone) non ha centrato l’obiettivo. Di certo la SCARSA PARTECIPAZIONE all’incontro ha una duplice responsabilità: da un lato l’amministrazione ha dato poco risalto all’evento di condivisione del PSUM con un comunicato inviato alla stampa il 18 gennaio, poco ripreso e forse compreso dalla stampa locale, dall’altro chi si lamenta dovrebbe sforzarsi di essere presente a momenti che sono le uniche possibilità di far sentire la propria voce. Per cui non si dovrebbero inviare rappresentanti delle categorie ma è la categoria che dovrebbe essere presente, in massa. E invece la sparuta presenza dei “soliti e scomodi” noti ha determinato lo svolgimento di un copione che non è, ovviamente, piaciuto ai presenti.
LA “CONDIVISIONE” A SENSO UNICO
L’incontro di chiarimento e presentazione del Piano Strategico Urbano metropolitano e della’area dello Stretto si è svolto in due parti ben distinte: dapprima gli interventi di Sindaco, assessore alla viabilità e direttore generale e poi intervento dei tecnici progettisti grossetani Matteo Scamporrino e Tatiana Cini.
La prima parte si è conclusa con la chiusura degli interventi e l’abbandono dell’aula dell’amministrazione “per altri impegni”. Fatto questo che, pertanto, non ha consentito di ascoltare alcuna osservazione, alcuna critica, alcuna proposta da parte chi era presente. Tutto è stato affidato ad un “questionario diffuso ieri tra i cittadini”. Ma un questionario non è dibattito.
E allora è legittimo chiedersi perché non si è dato seguito alla auspicata condivisione? Lo stesso assessore e vice sindaco Salvatore Mondello, citato in Gazzetta stamane, ha detto che “tutto ciò avviene attraverso una strategia di condivisione di un percorso comune e sinergico con la cittadinanza e tutti gli attori convocati. Ciò al fine di sviluppare una partecipazione collettiva”.
Ma dov’è la “partecipazione”? Se l’ammnistrazione in blocco ha abbandonato il salone delle Bandiere? Dov’è la “condivisione” se c’è stata solo la sequenza di interventi a mo’ di comunicazione, come spesso a Messina accade, a senso unico e senza possibilità di contraddittorio diretto tra cittadini, imprese ed amministrazione?
NESSUN DIBATTITO MA SOLO L’AMMINISTRAZIONE CHE LASCIA IL SALONE DELLE BANDIERE
E’ indicativo ed anche profetico ad suo e consumo proprio quel che ha detto e sottolineato il direttore generale Salvo Puccio, prima, ovviamente, di lasciare l’aula: “Le osservazioni e le critiche sono utili se emergono nei vari momenti di confronto altrimenti rischiano di essere tardive”. Occhio quindi. Se si fanno adesso, bene. Dopo sarà troppo tardi. Ma dov’è stato il “confronto”? Quale confronto c’è stato ieri? Come poteva esserci con tecnici di Grosseto, i soli rimasti in aula, che di Messina hanno una conoscenza solo per sentito dire (dall’amministrazione) o per il mezzo di mappe e dati statistici? Chi era presente ieri in aula voleva e poteva dire quel che pensava, ma non ne ha avuto possibilità né la forza che con una maggiore presenza ne avrebbe determinato, gioco forza, un più incisivo esercizio del diritto di farlo.
Così se, citando sempre Puccio, “l’obiettivo del workshop è quello di coinvolgere tutti attraverso strategie comuni e azioni condivise” è bene sottolineare adesso, prima che sia tardi, come avverte lo stesso Puccio, che di “condiviso” ieri c’è stato solo la comunicazione a senso unico e di strategie si sono viste solo quelle dell’amministrazione. Si spera che altri incontri possano seguire ma con la possibilità di dibattito e di vera democrazia e partecipazione.
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