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A Messina sfila il fronte del no al ponte sullo Stretto appoggiato da 70 sigle di rinforzo tra associazioni, partiti e sindacati

- 03/12/2023
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A Messina sfila il fronte del no al ponte sullo Stretto, con un corteo di migliaia di persone (duemila per la questura, cinquemila per gli organizzatori) appoggiato da 70 sigle tra associazioni, partiti, sindacati.

Partito da piazza Cairoli per arrivare a Piazza Duomo é stato aperto dallo striscione con la scritta “Lo Stretto non si tocca”.

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Tutto attorno bandiere del Wwf, di Legambiente, del M5s, del Pd, della Cgil, e cartelli contro Matteo Salvini, definito “il ministro delle bufale elettorali”. Il vicepremier prima dell’inizio della manifestazione aveva detto: “Oggi a Messina c’è la sfilata dei No Ponte: cambiano la maglietta, da No Tav diventano No Ponte, da No Mose diventano No Ponte, da No Tap diventano No Ponte, ma il criterio è lo stesso, fermare lo sviluppo del Paese”.

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Salvini si dice dunque “orgoglioso di restituire speranza a Calabria e Sicilia, con infrastrutture per decine di miliardi di euro oltre al Ponte sullo Stretto su cui siamo determinati e convinti. Si tratta di un grande piano di investimenti che farà bene a tutta Italia”. Dal corteo messinese gli ha risposto Angelo Bonelli, co portavoce nazionale dei Verdi: “Intanto Salvini deve andare dallo psicoterapeuta, perché cambia idea troppo facilmente, ha una sintomatologia e gli consiglio di farsi vedere. Poco tempo fa lui parlava come me, con il mio stesso linguaggio ed era contro il ponte sullo Stretto di Messina, utilizzando gli stessi argomenti, adesso ha cambiato idea”. Il leader dei Verdi, quindi, annuncia: “Siamo pronti a lanciare un’offensiva giuridico-legale imponente nei confronti della società Ponte sullo Stretto, che ci nega gli atti, ci nega la relazione sul progetto, un fatto di una gravità inaudita. Abbiamo provveduto a fare la diffida all’amministratore delegato Ciucci. Ci ha risposto dicendoci che sostanzialmente attende che organismi come la commissione di garanzia del Parlamento dica se possiamo averla o no. Stiamo andando oltre i limiti, lo dico anche alla società ponte sullo Stretto, perché questi atti non ci possono essere negati, in nove settimane hanno fatto l’aggiornamento su un progetto vecchio di 12 anni fa e noi vogliamo capire come l’hanno fatto e cosa c’è dietro”.

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A Messina a sfilare c’è anche l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, secondo cui “la costruzione del Ponte sullo Stretto si distrugge uno dei siti più belli del Mediterraneo, realizzando un’opera pubblica che non serve a niente”. E c’è padre Alex Zanotelli, che si dice contro l’opera “perché ci sono altre priorità in questo Paese. Parlo soprattutto del Sud dove si vuole costruire un ponte per 14 miliardi ma dove non ci sono ferrovie che funzionano, strade e autostrade, basterebbe vedere il treno che arriva a Reggio Calabria da Taranto che è un disastro”. Gaetano Di Benetto, presidente del cento studi del Wwf Italia, chiede “l’abrogazione di tutte le norme-forzatura che in un anno hanno rilanciato il ponte sullo Stretto di Messina, senza che ce ne fossero i presupposti economico-finanziari, tecnici e ambientali. Il Wwf chiede, altresì, che i 780 milioni di euro assegnati a quest’opera dalla manovra 2024 siano destinati, invece, alla realizzazione degli interventi integrati finalizzati sia alla mitigazione del rischio idrogeologico, sia alla tutela e al recupero degli ecosistemi e della biodiversità dei corsi d’acqua per prevenire e meglio affrontare i fenomeni estremi provocati dai cambiamenti climatici”.

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