L’Ateneo di Messina ha scelto una donna alla guida dell’Ente formativo più importante della città. L’Università di Messina, i docenti, i suoi dipendenti, con poca incidenza da parte degli studenti a cui è stato dedicato un irrilevante peso alle elezioni nonostante il ruolo fondamentale che rivestono in ogni Università, hanno scelto di convergere su chi, Giovanna Spatari, ordinaria di Medicina del Lavoro, e nuova rettrice dell’Università di Messina, rappresenta, volente o nolente, la continuità con il rettore uscente e dimissionario Salvatore Cuzzocrea.
Il programma innovativo e di rottura di Michele Limosani non ha retto il confronto anche per l’alleanza al secondo turno tra Spatari e Moschella, il candidato terzo ma anche lui in continuità con Cuzzocrea, essendo stati ambedue prorettori proprio di Cuzzocrea.
Il “sistema”, quindi, non cambia? Non è detto. Le notizie di cronaca che hanno accompagnato fino alle elezioni e che hanno travolto il rettore dimissionario non possono essere accantonate o ignorate. In ogni caso è auspicabile il dialogo tra le due fazioni dal quale, se si riuscirà ad instaurare, l’attesa, almeno di studenti e cittadinanza, è che l’Università si avvii verso una nuova stagione fatta di chiarezza e soprattutto di responsabilità.
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