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Israele-Hamas, liberati i primi ostaggi: “Stanno bene”

- 24/11/2023
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Rilasciate 13 persone tra donne e bambini. In 4 giorni saranno liberati in 50. Tregua in corso da questa mattina nella Striscia. Camion con gas e carburante sono entrati a Gaza. Haniyeh: “Tregua è vittoria politica di Hamas”

NAZIONALE

I primi 13 ostaggi israeliani, rapiti nell’attacco di Hamas, sono stati liberati oggi. Gli ostaggi, donne e bambini, hanno lasciato la Striscia di Gaza – dove è cominciata la tregua di 4 giorni – e hanno raggiunto l’Egitto con la Croce Rossa prima di arrivare in Israele con le forze speciali dell’Idf e lo Shin Bet. Gli ostaggi liberati sono in buone condizioni, riferisce l’emittente Canale 12, citando un funzionario israeliano. In totale sono state liberate 24 persone: 13 israeliani, 10 thailandesi e un filippino

 residenti del kibbutz di Nir Oz avrebbero identificato due degli ostaggi che sono stati rilasciati da Hamas: Margalit Mozes di 77 anni e Adina Moshe di 72 anni mentre si trovavano su un veicolo della Croce Rossa.

Adina Moshe è stata rapita a Gaza dopo che suo marito, Said, è stato assassinato davanti ai suoi occhi. La famiglia ha scoperto il rapimento attraverso un video circolato sui social media che mostrava Adina in sella a una moto diretta a Gaza, costretta ad aggrapparsi agli assassini del marito per evitare di cadere. Margalit Mozes è stata rapita dalla sua casa a Nir Oz. Ha sconfitto il cancro, ma è stata fatta prigioniera senza le sue medicine.

Il servizio carcerario israeliano (Ips) ha già avviato il processo di liberazione dei prigionieri palestinesi come previsto dall’intesa. Nel frattempo i primi camion, parte del convoglio di aiuti umanitari destinati a Gaza dopo l’inizio della tregua, sono entrati attraverso il valico di Rafah.

La consegna degli ostaggi

La consegna dei primi 13 ostaggi israeliani alla Croce Rossa da parte di Hamas è avvenuta in un ospedale a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, riferiscono i media. Gli ostaggi sono stati poi consegnati dalla Croce Rossa all’Egitto. Una volta usciti dal valico di Rafah, dove hanno incontrato alcuni rappresentanti dello Shin Bet, gli ostaggi israeliani sono stati trasferiti al valico di Kerem Shalom, che si trova nell’estremo sud di Israele, in un’area al confine tra la Striscia di Gaza, l’Egitto e lo stesso Stato ebraico, riportano i media israeliani.

In arrivo la lista dei prossimi che saranno liberati

Israele riceverà oggi una seconda lista con i nomi degli ostaggi che verranno rilasciati domani da Hamas, scrive il Jerusalem Post spiegando che, dopo aver appreso i loro nomi, le autorità israeliane informeranno le famiglie.

Il quotidiano Haaretz aveva in precedenza spiegato che nei quattro giorni di tregua Israele riceverà, nel pomeriggio sempre verso le 16 ora locale, i nomi degli ostaggi che verranno liberati dalla Striscia di Gaza il giorno successivo.

Israele: “Momento di speranza e ansia estrema”

Per la società israeliana questo è “un momento di speranza” ma “è anche un momento di ansia estrema”. A dichiararlo è stato il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, ricordando che “non si sa nulla delle condizioni degli ostaggi”. “Non sappiamo niente delle loro condizioni fisiche, non sappiamo niente delle loro condizioni emotive, delle condizioni psicologiche”. Israele sta premendo per ottenere il rilascio “di tutti”, ha ricordato. “Premeremo su Hamas in modo che nessuno venga lasciato indietro”.

Fonti Hamas, due persone uccise in zona centrale Striscia Gaza

Difficile dire se la tregua reggerà. Secondo fonti di Hamas nella zona, l’esercito israeliano si sarebbe infatti scontrato con i palestinesi che stavano viaggiando verso il nord della Striscia di Gaza contro gli ordini militari. Le fonti affermano che due persone sono state uccise da colpi di arma da fuoco nella zona centrale della Striscia e altre sono rimaste ferite. Testimoni oculari hanno riferito che l’esercito aveva utilizzato gas lacrimogeni. Un militare israeliano ha spiegato che queste notizie erano oggetto di indagine.

Un portavoce dell’esercito ha rilasciato venerdì una dichiarazione in arabo affermando che in nessuna circostanza le persone potranno viaggiare dal sud al nord. “Vi invitiamo a non avvicinarvi alle forze armate o alle aree a nord di Wadi Gaza”, si legge nella dichiarazione. Tsahal ha invitato la popolazione a sfruttare il cessate il fuoco, che durerà almeno quattro giorni, per fare scorta di beni di prima necessità. “Il nord della Striscia di Gaza è una zona di combattimento ed è vietato restarci”.

Secondo testimonianze oculari, centinaia di persone sono partite dopo il cessate il fuoco e hanno iniziato a controllare le loro case nel nord e cercare di trovare parenti.

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