L’uomo che si vede nel video si chiama Ahmed, omettiamo il cognome per motivi di privacy inerenti il minore che fa parte integrante di questa storia. Ahmed è di nazionalità pachistana ed è musulmano, ma oltre ogni razza e religione, non vede suo figlio da circa tre anni per motivazioni che non hanno niente a che vedere con quello che la cronaca a cui siamo abituati. Esemplificando e per essere più asciutti e precisi, Ahmed, oltre ogni pregiudizio di sesso, e come detto di razza e religione, non è un marito che maltratta, non è violento, non ha alcuna denuncia o condanna sulle spalle, come dichiara ed ha accertato il suo avvocato Manuela Casablanca dell’associazione Genitori per sempre, insomma di nessun tipo. E’, invece, un lavoratore. Ahmed, infatti è receptionist in un importante albergo di Bruxelles in Belgio ed è sposato con una donna di Taormina, la madre del bimbo che non riesce a vedere da tre anni. Poco prima del lockdown, infatti, la moglie di Ahmed che viveva con lui a Bruxelles, riesce ad allontanarsi dalla casa coniugale con il bambino ed all’insaputa del marito si reca in Sicilia dai genitori. Da allora Ahmed non ha più visto suo figlio.
Sulle dinamiche, sul come ciò sia stato possibile, sul fatto che Ahmed abbia fatto trascorrere un anno, tempo entro il quale poteva sporgere denuncia per sottrazione di minore e non l’abbia fatto, sarà la magistratura a cui si è rivolto grazie all’avvocato Casablanca, a decidere sul da farsi. Ciò nonostante nel 2022 il giudice italiano, del Tribunale di Messina, abbia, con ordinanza presidenziale ex art. 708 c.p.c., affidato in esclusiva alla madre il bambino. Udienza alla quale Ahmed non ha partecipato in quanto, per un vizio di forma (indirizzo sbagliato) non è mai stato informato di ciò che stava per accadere.
L’avvocato Manuela Casablanca
Ciò che però oggi riveste un aspetto di gravità assoluta è che, nonostante il giudice abbia in sede civile stabilito che padre e figlio debbano incontrarsi seppur in ambiente “neutro” con preventiva video chiamata, ai fini della decisione della sentenza di divorzio, ed abbia affidato ai servizi sociali del Comune di Taormina l’adempimento di questa procedura, con obbligo di relazione entro il 5 marzo 2024 sui rapporti che si instaureranno tra padre e figlio, i servizi sociali, non abbiano ancora favorito questo primo incontro.
In particolare Ahmed dopo aver avuto l’autorizzazione a prendere delle ferie dal suo lavoro a tempo indeterminato, ed aver preso una stanza in un bed and breakfast a poche centinaia di metri da dove è residente suo figlio, e si sia sobbarcato di spese ed abbia comprato una davvero numerosa serie di regali per il suo bambino, la risposta che da ormai quasi una settimana riceve dagli assistenti sociali del Comune di Taormina è che “non abbiamo tempo adesso, per impegni presi precedentemente, e pertanto non è possibile”. Ahmed dovrà, molto probabilmente, ritornare in Belgio senza aver potuto rivedere suo figlio.
L’ultima immagine che possiede di suo figlio è quella di quando aveva solo un anno. Una foto che ha incollato su una lettera in inglese che voleva consegnare al suo bambino. Dovrà tornare con un grande peso sul cuore ed una ferita in più che tra le tante già ricevute, questa volta gli è stata inferta dalla burocrazia, quella che è preposta, invece, ad aiutare i cittadini. Chi potrebbe sbloccare tutto questo e consentire questo abbraccio tra padre e figlio dopo tre anni? Il Sindaco di Taormina Cateno De Luca è la persona più adatta. Ed è a lui che Ahmed fa appello.