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Case “fantasma” di Zafferia: nulla è cambiato. Case inagibili, ancora acqua nelle fondamenta, fogna e umidità ed allacci elettrici “da verificare”

- 09/11/2023
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Ancora “fantasma” le case IACP di Zafferia. Ancora residenti senza contratto ma solo nominati “custodi” di case che dovrebbero essere dichiarate inagibili e con la popolazione residente che dovrebbe, visto lo stato di fatto, essere immediatamente trasferita altrove. Soluzioni abitative alternative che lo IACP dovrebbe trovare subito.

Eppure delle case “fantasma” se ne parla da anni e più di un sopralluogo è stato fatto da parte dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Messina, ma nulla è cambiato.

L’umidità sale da queste “vasche” che tali non dovrebbero essere, ricolme di acqua che invade fino ai piani superiori sottoforma di umido e muffa, veleno per gli anziani, per i bambini, per i tanti affetti di patologie che non è chiaro se contratte proprio per questa condizione in cui vivono da anni.

Di qui sono passati moltissimi colleghi giornalisti, da Rai3 fino a tutte le testate giornalistiche, compresi noi. Ed è giustificabile la frase con la quale veniamo accolti: “E’ l’ennesima presa in giro?”.

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Il tempo non si è fermato alle case “fantasma”, ma è continuato a scorrere inesorabile come sta montando la rabbia di rimanere inascoltati: “Vorrei pagare ciò che è giusto che si paghi, ma non posso di certo per una casa che si riempie di muffa, blatte ed insetti di ogni genere. Viviamo sopra una palude perenne in case che si stanno aprendo dalle fondamenta e che, Dio ci scansi, in caso di terremoto verrebbero giù come se fosse cartone“.

E poi ci sono le bollette condominiali per la sola luce delle scale e delle corti comuni: “Oltre 600 euro di bolletta!” dice un residente, “Ma io so perché” spiega mostrandoci un quadro enel dove si trovano i contatori con i fili completamente esposti e allacci quanto meno da verificare…

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Chi deve intervenire? Sarà l’ennesimo sopralluogo di IACP a risolvere? O forse è necessario chiedere l’intervento dell’Autorità sanitaria e giudiziaria affinché questa gente non viva più in queste condizioni. La rassegnazione non è di queste parti: “Sono pronta a portare con me tutti gli insetti che raccolgo e gli abiti e le coperte intrise di muffa e scaricare tutto sulla scrivania di chi di competenza allo IACP e fare così la mia battaglia. Non abbiamo niente da perdere” tuona una donna di 76 anni ormai piegata dalle condizioni in cui vive. “La puzza di muffa e di fogna sta uccidendoci. Non ne possiamo più. E’ necessario che si metta in sicurezza il posto dove abitiamo e con noi i nostri figli e nipoti. Se non è possibile farlo che le buttino giù prima che ci cadano sulla testa. E che trovino per noi una soluzione abitativa degna di questo nome. Dopo tanti anni che facciamo sentire la nostra voce è il minimo che lo IACP debba fare“.

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