di ARMANDO DONATO
A seguito della divulgazione a mezzo stampa delle notizie relative ai prossimi lavori di riqualificazione del castello Gonzaga, basati su progetti sponsorizzati dalla amministrazione Comunale, contemplanti l’abbattimento di manufatti classificati quali “superfetazioni”; si ritiene opportuno e doveroso intervenire segnalando come tali “superfetazioni” in realtà siano beni storici da tutelare e preservare.
Brevi cenni storici
La storia del castello Gonzaga, opera bastionata eretta verso la metà del Cinquecento, rappresenta una eloquente sommatoria di eventi storico militari susseguitisi in mezzo millennio nell’area dello Stretto di Messina. Tuttavia il periodo certamente tra i più interessanti e importanti rappresentati dal castello in quanto tale, è quello relativo al secondo conflitto mondiale.
Infatti tra il 1940 e il 1943 la fortificazione fu scelta qualesededifondamentali uffici (Comandi tattici) e strumenti, utili a porre in essere tutte le attività di oganizzazione e coordinamento della difesa dello Stretto.
In questo arco temporale Gonzaga fu infatti attrezzato per ospitare l’osservatorio del Comando DICAT (difesa contraerea territoriale); quest’ultimo trasferito dal palazzo della Provincia alla sede protetta (ancora esistente) in zona Bisconte, alle pendici del colle su cui sorge il castello.
Si provvide dunque a installarvi:
- 1 stazione RTF (radiotelegrafica);
- 1 apparato radiosegnalatore;
- vari altri apparati radiotelegrafici;
- 1 postazione per apparato ascoltazione aerei;
- posto vedetta/ direzione tiro;
- 2 postazioni per mitragliera pesante da 20 mm;
- locali per alloggi ufficiali addetti all’osservatorio, alla stazione RTF e di vedetta;
- locali per alloggi ufficiali (mitraglieri).
La difesa era inoltre garantita dalla limitrofa batteria contraerea MS 159 da 90/42 (ancora esistente), dal 1943 coadiuvata da una batteria contraerea tedesca da 88 mm, servita da apparato radiolocalizzatore Wurzburg e posizionata non lontano.
Fig. 1. Mappa indicante la sede del Comando Dicat, dell’osservatorio Dicat presso il castello Gonzaga e della caserma Sabato. Anno 1940 circa. (AUSMM)
Tra il 1942 e il mese di marzo del 1943 presso il Gonzaga fu trasferita (dalla caserma Sabato) la sede del ComandoFAM ovvero il Fronte A Mare. Ufficio utile a collegare e coordinare le attività della 6a Legione Milizia Artiglieria Marittima – Milmart con il Comando Piazza della Regia Marina (Messina/Reggio Calabria), tale dal 1939.
A dimostrazione del ruolo primario di castel Gonzaga, è bene evidenziare che dal Comando FAM dipendevano tatticamente tutte le batterie contraeree e navali di Messina e Reggio Calabria e quindi tutte le attività legate all’avvistamento, scoperta, allarme e protezione attiva e passiva in collaborazione col Comando DICAT; considerando anche la presenza a Montepiselli della sede del Comando di Gruppo Contraereo Sud Siculo, e a Camaro della cabina elettrica dotata di allarme per l’oscuramento della città e dei villaggi limitrofi.
Per la difesa navale, la funzione del FAM e il suo organico di guerra erano assicurati da collegamenti quali linee e centralini più stazioni eliografiche ausiliarie, utili alla gestione delle batterie, stazioni di riconoscimento, avvistamento e fotoelettriche. Il servizio era garantito da turnazioni senza soluzione di continuità.
Nel 1943 castel Gonzaga era dunque sede del:
- Comando tattico FAM;
- osservatorio DICAT collegato via cavo al sottostante Comando e composto da : posto vedetta/ direzione tiro;
postazione per apparato ascoltazione aerei (aerofono): 2 mitragliere contraeree pesanti da 20 mm;
locali di servizio vari;
- telegoniometro per la batteria costiera da 120 mm De Cristofaro.
Nel 1941 e 42 vi giunse in visita il comandante generale della MILMART. Nel luglio del 1943 durante una massiccia incursione aerea americana, le aree circostanti il castello furono colpite da varie bombe. Tra la notte del 16 e la mattina del 17 agosto dello stesso anno, a seguito dell’ingresso delle truppe anglomericane la fortificazione era già stata sgomberata e abbandonata.
Fig.2. Tratto della carta della difesa dello Stretto (1943) indicante il castello Gonzaga e le funzioni espletate. (AUSMM)
Fig. 3. Luglio 1943. Incursione americana con bombe cadute anche tra la caserma Sabato e il castello Gonzaga. (NARA)
I manufatti
Dalle suddette premesse storiche si evince chiaramente che durante il secondo conflitto il castello Gonzaga accentrò ase varie fondamentali funzioni, assolvendo compiti essenziali per la difesa dell’area dello Stretto, a sua volta teatro bellico capitale per le operazioni nel Mediterraneo, in Sicilia e nella penisola.
Tra le inequivocabili e significative testimonianze di quel periodo ancora oggi tangibili, vi sono anche alcuni manufatti che secondo un progetto sponsorizzato dal Comune, dovrebbero essere eliminati senza alcuna verifica e analisi preventiva.
La impossibilità di accedere alla fortificazione non permette di effettuare sopralluoghi ad hoc e scattare fotografie dettagliate. Tuttavia grazie alle mappe, le immagini satellitari e vario materiale fotografico, sulla sommità del castello è possibile individuare e identificare i due manufatti che si voglio abbattere:
- Il primo (A) di pianta circolare è ubicato sul versante sudorientale. Identificabile come il posto vedetta o meglio la direzione tiro dell’osservatorio DICAT, ovvero uno degli elementi principali utile in caso di incursioni aeree, all’avvistamento, alla ricezione, elaborazione e trasmissione di dati e parametri. Caratterizzato da speciali aperture distribuite a giro d’orizzonte, dovrebbe ancora conservare sulla parete interna i resti delle iscrizioni relative all’orientamento e alla direzione.
- Il secondo (B) a ovest, è uno dei locali aggiunti per ilpersonalediservizio(2 ufficiali).
A questi si aggiungono altri manufatti che seppur non considerati nel piano di abbattimento risultano altrettanto importanti.
- La piazzola (C) per la postazione per l’apparato ascoltazione aerei (aerofono), situata a sud;
- La prima postazione per mitragliera pesante contraerea (D), ubicata sul bastione orientale;
- Resti della seconda postazione per mitragliera pesante contraerea allocata sul bastione sudoccidentale.
Un quarto fabbricato probabilmente più recente, si trova sul piano di campagna nei pressi dell’ingresso. Sono inoltre ancora visibili alcune interessanti iscrizioni (date) relative al secondo conflitto mondiale. Tutti i fabbricati si presentano in ottimo stato di conservazione, integrandosi perfettamente nel contesto.
Fig. 4. La planimetria dell’osservatorio DICAT del castello Gonzaga. In giallo gli elementi classificati come superfetazioni da abbattere. In verde gli altri elementi ancora esistenti. (AUSMM per gentile concessione arch.Antonio Maria Privitera)
Fig 5. I particolari dei manufatti oggi.(immagine da google map)
Fig. 6. In alto, la freccia rossa indica la direzione tiro dell’osservatorio DICAT (A), quella verde il fabbricato in uso al personale (B). In basso, vista frontale. (foto A. Donato)
Fig.7. Secondo la didascalia si tratta del Castello Gonzaga. In primo piano il fabbricato B o quello adiacente, con ufficiali della 6a legione. Sulla parete a destra è visibile il motto della MILMART. (foto da E. Verzera, Messina 43 Messina 44)
Conclusioni
In base alle inconfutabili prove fornite da questa breve relazione, risulta evidente che si tratti non di mere superfetazioni ma piuttosto di opere da interdersi come elementi tipici della storia e archeologia militare contemporanea, senz’altro da attenzionare insieme ad altre presenti in loco.
Opere dunque tutelate dal decreto legislativo n. 42 del 2004 e in particolare dalla legge regionale n. 12 del 2018, “Valorizzazione del patrimonio storico-culturale della Prima e della Seconda guerra mondiale”.
Non è infatti a tal proposito ben chiaro in base a quali competenze e studi si sia potuto identificare come superfetazioni e concepire l’abbattimento di tali fabbricati, aventi al pari di quelli più antichi, elevato valore storico e perfettamente inseriti nel contesto architettonico, ambientale e paesaggistico, nonchè senz’altro recuperabili e utilizzabili per scopi turistico culturali.
Ancor maggiori perplessità suscita il fatto che sia l’associazione incaricata della gestione del sito, sia l’asssessorato alla Cultura / Turismo con specifica delega al patrimonio fortificato, non siano palesemente in grado di svolgere compiti di identificazione, analisi e studio per significative testimonianze che di conseguenza rischiano seriamente di essere cancellate.
Per tali ragioni è stata sollecitata la Soprintendenza di Messina, nonchè avvisati il Nucleo TPC dei Carabinieri e i competenti assessorati alla cultura regionale e nazionale.
Ciò affinchè si proceda alla tutela dei manufatti in questione, evitando così un potenziale, irrecuperabile danno nei confronti di beni che nel loro insieme costituiscono un cospicuo e formidabile patrimonio storico militare permanente, ascrivibile al periodo compreso tra la metà degli anni Trenta e la seconda guerra mondiale, in massima parte ben conservato nonostante il persistente stato di abbandono e oblio.
Armando Donato
Bibliogafia
E. Verzera, Messina43Messina44, GBM 2000, Messina Enti di conservazione
AUSSM, Archivio Ufficio Storico Marina Militare, Roma: Archivi Milmart XXXI, XIII, Serie I, II, bb 001,002, 005, 006, ff. 001,018,020, 073
NARA, National Archives and Records Administration (Special Media Archives Services Division’s Still Picture), Washington
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