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Le parole della poliziotta coraggio Alessandra Accardo violentata un anno fa a Napoli. Romano (SIULP): “Simbolo di forza e ripartenza per la tutela delle donne”

- 07/11/2023

Hanno avuto enorme impatto emotivo con impatto mediatico le parole pronunciate da Alessandra Accardo durante la XXIV^ edizione del premio letterario Franco Fedeli, manifestazione organizzata dal SIULP svoltasi ieri a Bologna. La kermesse, che in passato ha visto premiate figure di spicco del mondo letterario e non solo quali Andrea Camilleri, Francesco Guccini e Carlo Lucarelli, ha assegnato un premio speciale alla Accardo per il coraggio mostrato nella sventura di quanto accadutole l’anno scorso a Napoli.

Violentata nel porto del capoluogo partenopeo, la Accardo a distanza di un solo anno dalla violenza subita, ha deciso di raccontare la sua terribile esperienza, una testimonianza commovente ma serena, che non si è limitata alla sola descrizione di quanto accadutole quella sera della violenta aggressione, ma è stato soprattutto un appello rivolto a tutte le donne vittime di violenza di genere: “Dopo l’esperienza che ho vissuto – ha spiegato la Accardo – resta la voglia di dare un messaggio positivo alle donne: non bisogna arrendersi“. Il Segretario Generale del SIULP, Felice Romano, ha voluto sottolineare la sua grande commozione: “Ritengo che Alessandra Accardo – ha spiegato Romano – quale donna poliziotta vittima di questa orrenda violenza, possa essere l’emblema della ripartenza, per rilanciare la nostra azione e spiegare che bisogna agire sulla prevenzione e sulle misure di prevenzione. E se vogliamo porre un argine a questa odiosa piaga, dovremo fare rete. L’intera filiera delle istituzioni deve superare gelosie e paletti ideologici per una messa in rete di tutte le componenti: procure, tribunali ed infine l’organo politico decisore. Tutti insieme per rimettere al centro la tutela delle donne”

Giacche sul fronte repressivo gli autori di questi orrendi delitti sono sempre assicurati alla giustizia, questo non esonera le vittime, i loro famigliari, i loro conoscenti e l’intera società, dai danni enormi che comunque sono causati da questi eventi. Ecco perché voglio lanciare oggi un messaggio alle giovani generazioni, e alla nostra Istituzione quale primo interprete protagonista della lotta contro questi crimini: ai ragazzi dico segnalateci ogni singolo comportamento anomalo, perché prevenire è fondamentale ed è l’unica strada per evitare di dover leggere i numeri agghiaccianti di queste violenze”.

Alla Polizia di Stato – conclude Romano – chiedo, sulla stessa strategia con cui sono nati i vari protocolli di intervento, grazie ai quali oggi si interviene su segnalazioni che possono riguardare i reati di genere o i femminicidi, di mettere in collegamento tutti coloro che si distinguono con comportamenti da bulli, per verificare se nelle famiglie da cui provengono ci sono stati episodi di violenza e se, una volta diventati adulti, integrano la loro indole da bulli con violenze contro le donne. Perché questi collegamenti potrebbero aiutarci a portare avanti quella necessaria e non più rinviabile rivoluzione culturale per sconfiggere questa piaga. I dati che ho quest’oggi elencato dimostrano che parliamo oramai di un fenomeno divenuto globale e strutturale in tutte le nostre società”.