Dopo l’interrogazione per la “mensa da incubo” a Santa Teresa di Riva, presentata dai consiglieri di minoranza Nino Bartolotta, Cristina Pacher e Santino Veri, datata 12 ottobre scorso e la richiesta di un confronto con l’Amministrazione del Sindaco Danilo Lo Giudice, previsto per ieri, l’opposizione non è riuscita ad avere alcun chiarimento visto che il primo cittadino non era “disponibile” in quanto impegnato ad Enna nella convention di chiarimento del partito di Cateno De Luca. Un nulla di fatto che nonostante la presenza della vicesindaca Annalisa Miano, peraltro con delega proprio alle politiche scolastiche, poteva essere evitato. Ma solo se, come scrivono i consiglieri firmatari dell’interrogazione, i colleghi di maggioranza e soprattutto proprio la vicesindaca fossero “svincolati dal papà”, leggasi Danilo Lo Giudice. Un episodio paradossale ma al contempo esemplare di quello che sembra un metodo accentratore che da Cateno De Luca si dipana in direzione di tutti gli amministratori che a lui fanno capo.
I fatti da discutere in una seduta richiesta dall’opposizione erano inerenti a ritardi, disservizi e anomalie che sono state evidenziate nell’appalto di mensa scolastica affidato per tre anni alla ditta “Siristora Food & Global Service s.r.l.”, società di Tremestieri Etneo. un bando affidato, secondo l’opposizione, in ritardo notevole e che avrebbe provocato non pochi disagi alla popolazione scolastica. “Notevoli distanze che separano il centro cottura della ditta ad Aci Bonaccorsi e la nostra città” scrivono i consiglieri Nino Bartolotta, Cristina Pacher e Santino Veri: circa 50 chilometri da Santa Teresa la distanza del centro cottura della ditta. Troppo per garantire un servizio di qualità. Ma allora perché questa scelta? Eppure l’alternativa c’era: il centro cottura di Santa Teresa che si trova alla scuola “Felice Muscolino”. Tant’è che la vicesindaca con bene placito della giunta e del Sindaco Lo Giudice ha deciso per una soluzione che non sta dando un buon servizio per la comunità scolastica di Santa Teresa. E tutto “per pochi spiccioli” di risparmio, come sottolinea l’opposizione.
Ma il paradosso si è verificato con il nulla di fatto al confronto che era stato fissato per ieri e che non si è potuto tenere per “indisponibilità” del Sindaco Lo Giudice. L’opposizione non fa sconti su quanto accaduto: “grande preoccupazione per l’indifferenza dimostrata dal sindaco, Danilo Lo Giudice che attraverso la sua maggioranza consiliare ha fatto rinviare la discussione relativa alla interrogazione che riguarda il servizio di refezione scolastica a data da destinarsi. Anziché confrontarsi e trovare una soluzione per venire incontro ai gravi disagi per gli alunni e le famiglie – dichiarano Bartolotta, Veri e Pacher –l’amministrazione comunale ha preferito soffocare il dibattito attuando una squallida quanto inutile ‘melina politica’ motivata dall’assenza del ‘papà’ senza il quale non sono in grado di affrontare e risolvere i gravi problemi che loro stessi hanno causato“.
Insomma sembra un film già visto sugli schermi di Messina e che se si somma ad una tassa per i rifiuti che dal 40 per cento è passata al 90 in un solo anno, ai pignoramenti diretti sui conti correnti dei morosi, al cimitero “nel caos assoluto e senza illuminazione”, la fogna “che sgorga indisturbata sulla spiaggia e nel greto del torrente Agrò” (ma non era bandiera blu?, ndr), allora c’è da chiedersi se è Messina che si è Santateresizzata o se Santa Teresa di Riva si è Messinesizzata… In ogni caso c’è poco da stare allegri. Saranno i “problemi degli altri” che qualcuno arriverà a risolvere. Prima o poi.