ForestaMe: una grande opportunità per Messina di mettere in sicurezza gli alberi a rischio schianto. Ed invece… In ogni caso era ed è ancora, però, un’operazione che, per come è stata programmata, diretta ed ancora non realizzata, rischia di procurare un duplice danno alla città: il danno erariale e il ritiro dei fondi dall’Unione Europea.
Più probabile il primo, come riferisce Renato Coletta in un’intervista ai nostri microfoni, meno il secondo se si rispetterà la data di fine lavori prevista per fine dicembre. Quel che fa rabbia, però, è che il progetto preparato e intercettato all’epoca da Carlotta Previti e che è uno dei più finanziariamente rilevanti di tutta Europa con uno stanziamento di circa 15 milioni di euro, adesso rischia di naufragare o, comunque, di non poter essere realizzato con vantaggio per la città visto, che come dice Coletta, “ci si è intestarditi a voler alberare il centro di Messina dove era naturale che vi fossero tutta una serie di sottoservizi che passano sotto le strade. Bastava fare un controllo a priori magari coinvolgendo la Quarta Circoscrizione per evitare di spendere e spandere fondi che potevano servire per mettere a verde altre zone ben più meritevoli e più facilmente alberabili di questa. Il risultato è che non si possono piantumare gli alberi in queste vie. La fibra anche se fosse stata posata correttamente a 35 centimetri di profondità sarebbe stata comunque tranciata perché gli scavi come da appalto del Comune prevedono una profondità di un metro! Tranciare la fibra per due o tre isolati con famiglie e soprattutto attività commerciali ed uffici significa arrecare un danno senza precedenti. Significa aver compiuto scelte irresponsabili dalle quali adesso è complicato uscirne senza procurare un notevolissimo danno erariale al Comune e, quindi, ai cittadini. Il colmo sa qual è? Che nonostante 15 milioni di euro messi a disposizione dall’Europa provvederemo a mettere in sicurezza gli alberi a rischio schianto con i soldi del bilancio comunale! In una città che di soldi ne ha davvero pochi“ conclude Coletta.