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FORESTAME: Coletta “Interventi inadeguati e spreco di risorse. 35 centimetri? Un albero scende molto più in profondità e non è solo un problema di fibra”

- 27/10/2023
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di Renato Coletta, Consigliere IV circoscrizione

In tutte le città in cui si decide di fare interventi importanti, si indicono concorsi di idee tesi a coinvolgere le migliori professionalità Nazionali ed Internazionali, per aumentare la qualità e la sicurezza delle opere.

A Messina invece non si è neanche pensato ad uno studio di fattibilità, bypassando la fase indispensabile degli studi preliminari e dando priorità ad incarichi diretti e fiduciari.

Il risultato di queste scelte è sotto gli occhi di tutti.

Il progetto “ForestaMe” desta parecchi dubbi, certamente non imputabili ai professionisti impegnati, bensì alla scelta dell’amministrazione comunale di imporre un modello incompatibile con le esigenze di una città moderna, infrastrutturata anche nel sottosuolo e ben diversa dalla città giardino del dopoguerra.

Limitandosi ad analizzare lo sviluppo dei cantieri, sembra si sia applicata l’equazione “più alberi più ambiente”, oggi rivelatasi superata e contestata a livello Nazionale da specialisti del settore.

Pensare di ricostruire l’alberata della “Città Giardino” del preterremoto o del secondo dopoguerra, confligge con la crescente esigenza di quantità e rapidità di mobilità a fronte di un trasporto pubblico locale non ancora efficiente, soprattutto in danno dei quartieri più popolati.

Il centro, cuore pulsante di Messina caratterizzato dal terziario avanzato e da una significativa densità abitativa, necessita di un numero cospicuo di pass auto, posteggi riservati ai diversamente abili ed al carico-scarico merci. In questo contesto non servono a nulla parcheggi di interscambio realizzati in zona centrale (viale Europa) o in periferia (Bordonaro, Papardo)! Sono note, inoltre, le difficoltà di mobilità di quella rilevante parte di popolazione che giornalmente si sposta dalle zone Nord e Sud per raggiungere i posti di lavoro, le scuole e gli uffici, in una città che si estende per 56 km lungo una striscia tra mare e colline.

Ancora oggi la città non è stata informata sul numero di posti auto che sicuramente verranno a mancare e di quelli rimanenti, quanti verranno destinati ai pass auto residenti e agli stalli per disabili. Di fatto, è mancata clamorosamente, oltre alla condivisione del progetto, anche la comunicazione alla popolazione, nonostante incarichi affidati a professionisti che avrebbero dovuto curare proprio questo aspetto.

È naturale domandarsi per quale motivo si sia ritenuto utile aumentare il numero delle alberature urbane quando, ancora oggi, buona parte delle alberature esistenti versano in pessime condizioni e molte di quelle recentemente piantumate sono seccate a causa dell’incuria di MessinaServizi, alla quale è stato demandato il compito di curare il verde urbano dal 2021; inoltre quanto incideranno i nuovi ed aumentati costi della cura di queste nuove alberature sul bilancio comunale di una città ancora in difficoltà economiche e sorvegliata speciale della Corte dei Conti?

In alternativa ad una dissennata messa a dimora che rispettasse “i rendering” tanto cari a questa amministrazione, perché non utilizzare le centinaia di aiuole esistenti nel centro prive di alberi?

Considerato che in tutti i regolamenti del verde pubblico delle città italiane viene chiaramente sottolineata l’importanza di rispettare lo sviluppo naturale degli alberi, garantendo quella che i tecnici di settore chiamano “Area di Pertinenza” è normale piantumare alberi a medio ed alto fusto ad una distanza inferiore di 3 metri dal prospetto degli edifici?

Inoltre, sono stati considerati i danni arrecati ai sottoservizi dallo sviluppo degli apparati radicali degli alberi nel tempo? Leggendo il progetto che prevede lo scavo di una buca di 2x2x1 metro (4 mc), sembrerebbe che a seguito dei già ben noti problemi riscontrati, si stia ripiegando su uno scavo di 1 mc, che comunque determinerà notevoli disservizi alle infrastrutture sotterranee, come peraltro già avvenuto nei mesi scorsi.

In merito all’esecuzione dei lavori, inoltre, si dovrebbe spiegare secondo quale scelta tecnica si è asportato lo strato superficiale di asfalto, per sostituirlo con una costosa ed inutile pavimentazione drenante stesa sulla vecchia pavimentazione in pietra lavica o su massetti in cemento, che comunque impediscono all’acqua piovana di filtrare nel sottosuolo, vanificando l’improbabile obiettivo di “permeabilizzare” il suolo.

Fra l’altro è sufficiente osservare le aree scarificate per riscontrare che l’area delle aiuole dei nuovi alberi intercettino in molti punti il tracciato della Fibra ottica e di altri importanti sottoservizi, la cui presenza doveva preventivamente essere accertata.

Discorso a parte merita il fenomeno della “scavernatura” nella quale potrebbe imbattersi la ditta esecutrice degli scavi in presenza di una perdita di acqua o liquami, che farebbe sprofondare il manto stradale, come più volte avvenuto in città.

Quanto alle alberature previste dagli elaborati tecnici, restiamo basiti sui costi dei singoli alberi che si attestano dagli 800 ai 1000 euro a pianta, con un costo complessivo di 2000 euro a piantumazione, comprensivo di tutte le opere accessorie.

Tutte queste perplessità si sarebbero potute evitare se il progetto fosse stato condiviso con la città e con i civici consessi, consiglio comunale e IV circoscrizione, quest’ultima ancora una volta deliberatamente ignorata.

Tutti vogliono una città più sicura e vivibile realizzando interventi adeguati ed efficaci, senza i soliti slogan accompagnati da rendering, molto spesso inattuabili e scollegati dalla realtà locale.

Ci chiediamo se queste ingenti somme riservate al lotto del centro urbano (5milioni di euro) non si sarebbero potute meglio impiegare per mettere in sicurezza le alberature, i marciapiedi ed il manto stradale di tutta la circonvallazione, opere che invece si dovranno realizzare con fondi del bilancio comunale di una città che, aldilà delle proclamazioni, mantiene notevoli criticità economiche-finanziarie e resta sotto osservazione della Corte dei Conti.

Purtroppo non si è ancora compreso che non basta solo intercettare ingenti finanziamenti, perché lo sviluppo di un territorio non è determinato dalla quantità, ma dalla qualità della spesa pubblica.

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