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Record di croceristi a Messina? “Guardare ma non comprare”, il mantra che scoraggia i commercianti. I progetti ancora sulla carta dell’amministrazione e la mancanza di dialogo

- 23/10/2023
messina crociere 2 voce di Sicilia

Italian Cruise Watch. E’ la sigla che racchiude il il report di riferimento per chiunque operi, si occupi o sia interessato alla crocieristica in Italia. E’ un rapporto che premia Messina, come anche Palermo in Sicilia, con numeri sbalorditivi ma non sorprendenti. A Messina l’effetto traino è guidato dalla partnership con MSC che ogni martedì consegna alla città circa 6 mila turisti. Il problema è poi cosa la città riesca “a farne”. Se il boom c’è stato ed è innegabile con un +42% rispetto al 2022, quel che manca è una concreta programmazione degli interventi che mirino a trarre dal crocierismo un reale turismo, che vada oltre la passeggiata o il giro sui trenini, fino all’incentivazione della presenza di attività commerciali che trasformino in opportunità economica queste presenze. Il dato non entusiasma infatti i commercianti che quasi coralmente dichiarano che “se il turista da crociera entra, di certo guarda, come ancora più certamente non compra”. Molti dichiarano di aver provato ad essere presenti ed aperti negli orari in cui è più probabile la visita del turista crocierista, ma con scarsi risultati e con aggravi di costi di personale e di struttura da mantenere aperta. “In pausa pranzo meglio chiudere, perché non c’è un fatturato significativo. Anzi, spesso non c’è proprio” dicono.

MORDI E FUGGI – GUARDA E NON TOCCARE

Ma allora a che servono 6 mila presenze a settimana se il tessuto economico commerciale non è in condizioni di sfruttarlo? Non è proprio così. C’è una parte di attività commerciali che riescono a trarne profitto. Sono quelle specializzate nella ristorazione e che si trovano, spesso, in prossimità dell’approdo. Food essenzialmente. Menù su misura per i croceristi mordi e fuggi e per coloro che vogliono sperimentare la cucina tipica, ma non molto di più. A poco sono serviti il Welcome Point bell’ex area parcheggio davanti a Palazzo Zanca: una sorta di chiosco che da solo non può certo far altro che indirizzare i turisti da crociera verso i trenini dei giri turistici o qualche locale vicino o verso le piazze più importanti. A poco vale anche il servizio dei shopping bus, spesso vuoti.

CARUSO E GLI OCCHI DEL TURISTA. E QUELLI DEI COMMERCIANTI?

L’assessore alla Cultura del Comune di Messina Enzo Caruso è convinto che oltre le indicazioni, i Qr code e le tabelle informative “viste con gli occhi del turista” serva anche cambiare gli orari dei negozi con aperture magari alle 10 del mattino e con l’obiettivo di garantire l’orario continuato. Ma Caruso se guarda il turismo con gli occhi del turista non lo guarda con quello dei commercianti che, come scritto, non registrano incassi tali da garantire quanto vorrebbe Caruso. E per vedere con i loro occhi è necessario ascoltarli.

Il problema non sta nell’atteggiamento dei commercianti che è validato dai numeri e dagli incassi, che non ci sono, ma è rappresentato dalla tipologia del turista da crociera che spesso, e soprattutto in bassa stagione, non ha grandi né medie disponibilità e propensioni di spesa per shopping. Gli acquisti del turista tipo che sbarca a Messina sono di piccolo e modesto valore, spesso più orientati, appunto, nel food.

TANTI BEI RENDERING

Una realtà che può cambiare? Di certo potrebbe con la realizzazione di quanto è ancora “reale” solo sulla carta e che, fino a quando non vedrà la luce, rimane solo un bel rendering, ma inutilizzabile. Il riferimento è a quanto l’amministrazione comunale ambisce con la riqualificazione delle troppe zone degradate di cui Messina è piena. Parliamo del waterfront, dell’ex Fiera, unico affaccio al mare in prossimità del centro, della vecchia Dogana, dell’hub crocieristico, che dovrebbe sorgere proprio dove oggi si parla, invece, di un altro tipo di hub che ha a che fare con l’informatica. Idee. Tante ma che se non concretizzate, e ci vuole tempo, non consentiranno a Messina di trarre vantaggio reale da una risorsa come quella del crocierismo che nei numeri è stupefacente ma che non si traduce in fatturato per la città. Un’arma spuntata all’arco dell’unico tessuto economico reale ed esistente: il commercio. Con il quale questa Amministrazione deve confrontarsi e fare i conti realmente, con l’obiettivo di concordare strategie comuni, ma solo dopo averne ascoltato le esigenze.

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