Il professor Salvatore Cuzzocrea, probabilmente, dovrà fornire spiegazioni non solo per i rimborsi ma anche per le ombre che si addensano sul suo lavoro di ricerca con il quale lo stesso docente, ormai ex rettore, spiega la mole di denaro percepito a titolo di rimborso per attività scientifica.
Il caso è molto simile a quello scoperto da Il Manifesto che, in otto pubblicazioni scientifiche firmate dal ministro della Salute Orazio Schillaci, medico e ricercatore, uscite tra il 2018 e il 2022 su riviste scientifiche internazionali, sarebbero state utilizzate alcune immagini di cellule esaminate al microscopio elettronico riciclate da altri studi e usate per illustrare fenomeni diversi. Schillaci è stato prima preside e poi rettore della facoltà di medicina dell’università di Tor Vergata. Le immagini, riutilizzate “per illustrare esperimenti diversi da quelli in cui erano state ottenute in origine”, spiega il quotidiano, compaiono in almeno otto pubblicazioni. Le immagini “riciclate” rappresentano, scrive Il Manifesto in riferimento al professor Cuzzocrea, quando si verificano troppe volte, il rischio che si tratti di frode, almeno secondo la comunità scientifica. “Si tratta di fotografie identiche realizzate al microscopio e usate più volte per illustrare esperimenti diversi. La sostituzione di un’immagine può accadere per errore. Ma se troppo frequente allora i dubbi emergono“.
E nel caso di Cuzzocrea tali immagini usate più e più volte sono state riscontrate in ben 117 pubblicazioni su un totale di 261 in soli cinque anni. Articoli e pubblicazioni di studi ed esperimenti dei quali Cuzzocrea, ben 57 nel solo 2022 (uno ogni sei giorni), non è il singolo autore, ma un coautore insieme ad altri colleghi. Ma è indicato come il responsabile delle ricerche e dei contenuti e come riferimento per eventuali chiarimenti.
La raccolta di informazioni sulle foto riciclate è opera, come scrive il Manifesto, di un ricercatore che si fa chiamare «Aneurus Inconstans» e sono raccolte su un sito specializzato, punto di riferimento per l’anti frode da parte della comunità scientifica, pubpeer.com. Il ricercatore che le ha scovate grazie anche all’uso dell’intelligenza artificiale, ci tiene a sottolineare che lavora all’estero e che non ha alcuna motivazione di “vendetta” nei confronti di alcuno, men che mai nei confronti di Cuzzocrea. NESSUN COMPLOTTO quindi. Le immagini “simili” ed utilizzate più volte per spiegare esperimenti effettuati si trovano in ricerche del professor Cuzzocrea finanziate con fondi pubblici “per il loro presunto elevato valore scientifico”.
Che nelle pubblicazioni di Cuzzocrea siano state utilizzate le cosiddette immagini “riciclate” è prova la ritrattazione della propria firma ad un lavoro congiunto con l’ex Rettore, dello scienziato ungherese Csaba Szabo che “ha riconosciuto la duplicazione di una figura e ha annunciato il ritiro dell’articolo scientifico”. E secondo lo stesso Szabo, “molte altre ritrattazioni sono all’orizzonte in merito alle pubblicazioni di Cuzzocrea”.
Inoltre “Cuzzocrea e i suoi collaboratori non hanno dato spiegazioni per le immagini duplicate, né
chiesto alle riviste scientifiche che hanno pubblicato le ricerche di correggere eventuali errori”. Ma sembra che molti ricercatori non siano sorpresi del caso che sta interessando il professor Cuzzocrea ma si dicono rassegnati “alle regole del baronaggio”.
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