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Circolo Pickwick – Incredibile storia di libri, immondizia, diritti dei cittadini e l’articolo “vattelappesca”

- 01/10/2023

Siete nel posto sbagliato. Occupazione abusiva del suolo pubblico. In base a quale articolo? In base al COMBINATO DISPOSTO DELL’ARTICOLO VATTELAPPESCA“. Chi lo ha detto? Chi conosce il sindaco dei sindaci, Cateno De Luca conosce anche le sue frasi “mitiche” che dalla “banda bassotti” fluiscono fino al precitato “combinato disposto…” etc. etc. .

Questa è una storia che dimostra come a Messina, ma non solo qui, un diritto può diventare un reato, ed una vittima può diventare indagato. Rima a parte, non voluta peraltro, la storia del Circolo Pickwick, associazione culturale legalmente costituita e senza scopo di lucro, è triste perché dimostra come da un fatto trascurabile e che poteva concludersi nell’atto stesso di verificarsi, ha avuto poi, invece, una continuazione con un crescendo vertiginoso fatto di violazione della privacy, ingiurie, messe alla berlina, esposti, archiviazioni e, ad oggi, una chiusura indagini.

Tutto comincia da una consuetudine e dalla buona volontà di liberi cittadini che a Piazza del Popolo, comunemente, Piazza Lo Sardo più precisamente, erano soliti incontrarsi per mettere a disposizione di chi ama leggere e di chi vuole che la cultura, quella scritta e stampata, non si perda in discariche e in immondezzai. Questi cittadini, riuniti in associazione libera e legalmente costituita sotto il nome evocativo di “Circolo Pickwick”, intellettuali ma anche no, semplici lettori certamente si, amanti dei libri senza se e senza ma (è il caso di citare), ogni domenica espongono nella libera piazza i libri recuperati per metterli a disposizione di chi voglia portarli con sé. Prezzi simbolici utili solo a recuperare il prezzo del salvataggio dei volumi.

Il Circolo Pickwick, pertanto, non è di certo composto da spacciatori, ladri e ricettatori, ma da cittadini che hanno sempre inteso operare con correttezza. Ma il 31 ottobre del 2021, in Piazza Lo Sardo, accadeva il tentativo di sequestro di questi volumi, minacciato più volte dalla Polizia Municipale e dall’allora sindaco di Messina, onorevole Cateno De Luca. Esiste un video che documenta tutto. Come per ogni operazione di polizia, perché questo è stato il modo di condurla, sono volate parole, intimazioni, rifiuto a che venissero portati via i libri. E quest’ultima resistenza civile è stata opposta in quanto, è risaputo ma val la pena di rammentarlo, se la Polizia Municipale poteva contestare e multare, non vi era alcuna ragione evidente per procedere al sequestro dei libri. Non certo alimenti andati a male, non di certo prodotti vietati e non vendibili, o, peggio ancora, rubati.

Pertanto l’azione di voler portare via i libri, senza un ordine del giudice e senza motivazione evidente, è stata legittimamente ritenuta irregolare ed arbitraria da chi, in piazza, quei libri ce li ha portati, dopo averli salvati e difesi da usura e distruzione.

Non c’è e non vuol esserci alcuna ideologia politica dietro quanto accaduto il 31 ottobre. Da nessuna delle due parti. Ma quel che si ravvisa e che hanno chiaramente avvertito i componenti dell’associazione Pickwick, è senza dubbio il sapore di un sopruso. Ecco allora perché è stata contrapposta una civile resistenza basata solo sulla dialettica e su una spiegazione: l’articolo 20 del codice della strada non è applicabile alla fattispecie di quanto accaduto il 31 ottobre in piazza del Popolo.

In particolare l’articolo citato prescrive: “Nelle zone di rilevanza storico-ambientale, ovvero quando sussistano particolari caratteristiche geometriche della strada, è ammessa l’occupazione dei marciapiedi a condizione che sia garantita una zona adeguata per la circolazione dei pedoni e delle persone con limitata o impedita capacità motoria“. E dal video è evidente che tale libera circolazione non era compromessa.

Ma allora quel 31 ottobre del 2021, in piena remissione di pandemia, perché la Polizia Municipale, agli ordini diretti di Cateno De Luca, con l’allora assessore Dafne Musolino (oggi senatrice della Repubblica) agì in quel modo?

Possiamo ipotizzare una giustificazione per il modus operandi della Polizia Municipale. Era il periodo della lotta all’ambulantato abusivo, sacrosanta e spesso impari battaglia, intrapresa dall’amministrazione De Luca, che vide come primo attore e condottiero il commissario, anzi pardon, comandante vicario Giovanni Giardina. Ricordato questo contesto può starci che i toni a cui ci aveva abituati nei suoi blitz contro ambulanti non in regola, abbia “contaminato” anche le modalità di intervento contro “l’illecita” rivendita di libri a prezzi simbolici.

Pertanto, giustificato il vicario, non è invece chiaro quel che accadde dopo… Premesso che i libri, per soddisfazione e sollievo di chi li ama, sono tornati in piazza già da due settimane di questo mese di settembre 2023, c’è un risvolto fatto di spazzatura che non è chiaro nella sua interpretazione, visto che accadde ai danni di Renato Ciraolo, anima del Circolo Pickwick, a soli pochi giorni dal bailamme di piazza del Popolo (è così che ci piace chiamarla in questo caso, non ce ne voglia Lo Sardo).

Ma prima di mettere mani e piedi nell’immondizia di Renato Ciraolo, ricordiamo che i valenti poliziotti municipali al comando di De Luca, dovettero andar via a mani vuote e senza alcun sequestro, non prima però di aver comminato una multa. E indovinate a chi? Ma al buon Renato, ovviamente, che in spirito combattivo e di difesa di quei volumi, si dichiarò “il responsabile” del Circolo Pickwick. Allora, avranno pensato gli agenti, “multiamo lui”. Non si poteva certo multare la totalità dei presenti “resistenti”.

Così, mentre il vicario Giardina “spostava” energicamente i libri (Ciraolo il 4 novembre del 2021 scriverà al Prefetto che Giardina “lanciò in aria dei libri esposti sulla bancarella e finiti sparsi per terra in una piazza indignata e turbata”) gli agenti multavano Ciraolo che di certo non è tipo di accusare il colpo e ammutolirsi.

Una sottolineatura importante: in data 7 giugno del 2021 Ciraolo aveva scritto alla dottoressa Salvatora Rattazzi funzionaria del Comune di Messina per quanto attiene l’occupazione suolo, fornendo chiarimenti sulla liceità dell’iniziativa. Esistono le copie delle mail relative ad ogni comunicazione.

Dopo la multa Ciraolo si appella al Prefetto e fa ricorso, che però verrà respinto con decisione protocollata il 24 novembre dello stesso anno.

Nel frattempo il Sindaco De Luca fa una delle sue dirette dove fiammeggia contro Ciraolo e le reazioni della piazza al tentato sequestro. Una vera e propria messa alla berlina con tanto di “astanti” social che commentano ed insultano.

Insomma l’aria, nell’immediatezza di quanto accaduto il 31ottobre in piazza del Popolo, è incendiaria. E, di lì a poco, accadrà un fatto che si innesta in una linea temporale contigua con i fatti dei libri ma che sembra non aver alcuna connessione con essi. D’altronde come può entrarvi la spazzatura, l’immondezza, con l’elevata sostanza dei libri?

Eppure. La domenica successiva al 31 ottobre, il 7 novembre per la precisione, intorno a mezzogiorno, il Ciraolo, dichiarato responsabile dell’Associazione Circolo Pickwick, additato anche dal sindaco di Messina De Luca in una sua diretta su Facebook, si reca a Villa Dante con, nientepopodimeno che, ben due scatole di cartone, specifica lui stesso, “avvolte con nastro adesivo e quindi non riciclabili“. “Criminalmente”, quindi, le depone nel cassonetto per il cartone non differenziabile! Ma non è così che si fa? Certamente si. E c’è anche da dire che Ciraolo è autorizzato ad usare quei contenitori visto che è delegato all’alimentazione delle compostiere cittadine che si trovano a Villa Dante.

Ciraolo, si allontana. Nella logica di chi lo segnalerà financo al Sindaco, Ciraolo crede di averla “fatta franca”. Ma non può sapere che dietro di lui qualcuno ha filmato tutto e che quel video girato da chi non si saprà mai ufficialmente, costituirà “prova provata” del “crimine efferato compiuto“. Ovvero di la prova che Ciraolo ha seguito le regole della differenziata: di aver gettato nell’apposito contenitore dell’indifferenziato… il cartone non differenziabile.

Ciraolo torna a casa. Ma ecco che, nella prima serata dello stesso giorno, fanno “irruzione” due agenti di Polizia Municipale che gli contestano il supposto “irregolare conferimento” ed elevata multa allegata.

Ma la “tragedia della monnezza” per Ciraolo non finisce lì.

Il Sindaco di Messina, intanto, a video acquisito, titola la sua prossima live su Facebook “indovinate chi abbiamo beccato a fare lo…?”. Il protagonista è il Ciraolo intento “furtivamente” a gettare l’indifferenziato nell’indifferenziata.

LA COLLEZIONE DI BOLLINI ROSSI

Nell’esposto del 13 di dicembre presentato da Ciraolo alla Procura della Repubblica, lo stesso Ciraolo scrive: “Nei giorni successivi a domenica 7 novembre, quando mai mi era stato mosso un rilievo, gli operatori ambientali hanno cominciato a non raccogliere i rifiuti dai miei cassoni e da ultimo ad apporre un bollino rosso su un cassonetto per rifiuto per umido“. Inizia così la “collezione dei bollini rossi”.

Ciraolo sostiene e prova con un video, nel quale mostra il contenuto del contenitore prima di esporlo fuori casa, che non vi era alcuna irregolarità all’interno dei cassonetti utilizzati per la sua abitazione, ma la “collezione” di bollini rossi continua, fin quando, stanco della persecuzione, Ciraolo mette fuori casa il contenitore della differenziata VUOTO. “E vediamo che succede”, pensa. Me ecco che, sorpresa! Anche sul contenitore vuoto compare IL BOLLINO ROSSO! Si saprà, poi, visto anche un approfondimento di Vocedipopolo su questa vicenda, che Messina Servizi avrebbe contestato anche il contenitore stesso che non sarebbe stato quello “regolare”.

L’ESPOSTO DI CIRAOLO CONTRO LA MESSA ALLA BERLINA

Ma torniamo all’esposto di Ciraolo: nero su bianco vengono rappresentati i fatti avvenuti a Piazza del Popolo fino ai conseguenti bollini rossi sui contenitori della differenziata, apposti giornalmente dal personale della Messina Servizi. Il cittadino Renato chiede giustizia, ed in particolare che “venga espletata attività di indagine onde stigmatizzare eventuali fattispecie di reato da parte dei vertici politici o burocratici del Palazzo Municipale anche in concorso con cittadini, appartenente o meno a Polizia Municipale o organico comunale o dipendente di partecipata“.

Insomma nell’esposto il cittadino Ciraolo, come da diritto democraticamente sancito e garantito dalla protezione della sua privacy, chiede di conoscere “Chi mi ha seguito? Chi ha realizzato il video (che lo ritraeva nell’atto di gettare le due scatole di cartone, ndr.)? Chi ha consegnato il video? Chi ha rivelato le mie generalità? Chi ha informato il sindaco (che ha fatto a pezzi poi Ciraolo nella sua diretta, ndr.)?” ma soprattutto il cittadino Ciraolo e con lui tutti dovrebbero chiederselo, domanda: “Chi è il Sindaco per esporre un cittadino ad una gogna di tal fatta?“.

L’esposto è presentato a dicembre del 2021. E viene proposto, quasi subito, per l’archiviazione. Ma il 2 marzo di quest’anno il Ciraolo, con l’assistenza del suo legale, Antonio Fragale del Foro di Messina, si oppone con forza all’archiviazione. Il 4 marzo, invece, dopo solo 2 giorni, il Tribunale di Messina conferma l’archiviazione del procedimento.

VITTIME E INDAGATI

Siamo ai giorni nostri. Il sindaco di Messina non è più (?) Cateno De Luca che è volato a Taormina, passando per la Regione Siciliana, l’esposto che mirava a fare chiarezza e conoscere i fatti in modo obiettivo è stato archiviato e Ciraolo e con lui anche Carlo Callegari, del Partito Animalista Italiano, e Gaetano Lucchese, si ritrovano a ricevere l’atto di chiusura indagini per i fatti del 31 ottobre del 2021. Accusati di “aver invaso” parte di Piazza del Popolo, o meglio, Piazza Lo Sardo, “con una struttura tipo gazebo e dei banchi per la vendita dei libri usati, in assenza delle necessarie autorizzazioni amministrative” e, inoltre, con l’accusa di aver “rifiutato di dare indicazioni sulla propria Identità personale, legalmente richieste dagli ufficiali del Corpo di Polizia Municipale di Messina nel compimento degli atti del proprio servizio“. In particolare per Lucchese, viene anche contestata l’accusa di “aver minacciato un male ingiusto al Commissario Giardina”.

Insomma il tentato sequestro senza evidente motivazione, la messa alla berlina operata contro Ciraolo e collegati, la persecuzione di bollini rossi, il video che viola la privacy di un cittadino, sbattuto sui social, tutto rimane lettera morta, notizia di reato non perseguita ed archiviata. Mentre il “crimine” di aver salvato e riportato a nuova vita libri e cultura e di aver voluto esercitare tale “atto criminoso” in una pubblica piazza nell’interesse dei cittadini mettendo a loro disposizione tali volumi salvati dal macero a prezzi simbolici ed a pieno titolo di associazione legalmente costituita e pertanto autorizzata ad essere in piazza, visto il regime legale delle associazioni senza scopo di lucro, rimane in piedi con un procedimento penale a carico. In un mondo al contrario tutto è possibile. E’ finita quì? Non credo.

Renato Ciraolo intento a FORNIRE LE PROPRIE GENERALITA’ alla Polizia Municipale

LA CRONISTORIA DEI FATTI