“Da Messina arriva alla ribalta mediatica nazionale un’ordinaria storia di malagiustizia.
La vittima si chiama Santo Bonasera, un dipendente della Città metropolitana di Messina accusato nel lontano 2012 di assenteismo – i tanto famosi furbetti del cartellino che negli anni abbiamo imparato a conoscere dalle cronache un po’ in tutta Italia – e dunque di truffa ai danni dello Stato.
Ma in questo caso il signor Bonasera ha subito un tragico scambio di persona, che lo ha costretto ad un incubo giudiziario lungo sette anni e mezzo.
Solo dopo così tanto tempo, infatti, e c’è chi ancora sottovaluta gli assurdi tempi della giustizia italiana, è stato assolto e scagionato dalle infamanti accuse che gli erano piovute addosso.
Nel frattempo Santo Bonasera ha dovuto vendere la propria casa ed ha intaccato i risparmi di una vita per pagare gli avvocati e le spese giudiziarie per potersi difendere in modo adeguato.
Il risultato? Una vita distrutta, e uno stigma difficile da cancellare in una città di provincia.
Al signor Bonasera, che adesso giustamente chiederà i danni alla Corte europea dei diritti dell’uomo, va la nostra sincera solidarietà.
Questa ennesima storia di malagiustizia deve rappresentare per il governo uno stimolo in più per proseguire con una coraggiosa riforma e ristrutturazione del sistema giudiziario italiano.
È inconcepibile che nel 2023 in un Paese civile possano ancora accadere vicende di questo tipo”.
Lo afferma in una nota Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.