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Cordoli e ricorsi al Tar: segnali di marcia indietro? E c’è chi definisce “poco serio” l’effetto di aggravamento della crisi

- 25/09/2023

Le parole sono pietre. E se scritte sul disagio di una città, quella dei commercianti, diventano boomerang. Definire “poco seria” la protesta dei commercianti che “addossano alla viabilità la crisi” equivale ad essere miopi o quantomeno frettolosi, se non altro e di peggio. La crisi economica di Messina esiste da lungo tempo. Pandemia e guerra in Ucraina, coniugata alla nuova abitudine di acquisto di alcune parti di popolazione, di acquistare on line, sono i fattori che hanno aggravato la tendenza alla chiusura di molti esercizi commerciali. Ma non vedere che i cordoli, l’aggravarsi dei flussi viabili che se non aumentano ma si restringono è come provocare un “infarto” alla circolazione in città, è davvero non comprendere che alle aggravanti si sta ponendo la parola fine sul commercio messinese. Non ammetterlo è grave.

E l’amministrazione comunale, dopo i ricorsi al TAR come quello dell’Ordine dei Farmacisti, dopo le proteste (che stanno montando) dei commercianti, dopo le ambulanze che restano bloccate tra i cordoli (alla faccia delle reti tempo dipendenti e della vita dei trasportati) ecco che qualche segnale se non di retromarcia, ma di disponibilità sta arrivando. Così adesso il Sindaco Basile parla di “sperimentazione” e di “correttivi possibili”. Ben vengano, allora. D’altronde non lo ha ripetuto anche Cateno De Luca, saggiamente, che chi non cambia idea “è un cretino”? E poi c’è la presa di coscienza (finalmente) che Messina non è una città di aitanti giovani pronti a usare solo biciclette in un territorio stretto e lungo e con i rioni posti sui declivi delle colline, o che si spostano solo sui mezzi pubblici, o che, ancora, sono in grado di parcheggiare (a pagamento molto presto) nei parcheggi di interscambio per poi muoversi a piedi. Messina, indiscutibilmente, è una città ANZIANA. Dove sussiste anche una significativa percentuale di disabilità. Difficile per anziani e disabili lasciare l’auto nei parcheggi e poi muoversi autonomamente in centro. E poi ci sono le ZTL che non prospettano nulla di buono se le premesse sono quelle paventate da molti cittadini, con il centro che diventerà accessibile solo ai residenti ed alle auto elettriche. Insomma il cambiamento i messinesi lo vogliono? E se no, come indurli a cambiare? Di certo non con decisioni prese dall’alto e che qualcuno dei commercianti ha definito “dittatoriali”. Messina, qualcun altro ha detto, non è Amsterdam e nemmeno lo vuole diventare.