Bernardo Alagna sarebbe stato nominato commissario dell’ASP di Messina su “indicazione” di un politico. E quel politico si scopre oggi, come scritto su Gazzetta del Sud, sarebbe l’onorevole Tommaso Calderone.
Se Alagna è indagato, ieri sottoposto ad interrogatorio dopo aver deciso di dimettersi, Calderone ed il suo segretario Alessio Arlotta non sono al momento indagati, ma solo “citati”. E questo è un fatto non chiarissimo. Perché se c’è un ipotetico corrotto deve esserci gioco forza un corruttore. Ed in questo caso siamo solo al primo passo di questo binomio necessario e vincolante, perché l’esistenza di una delle due figure nel reato presuppone anche la sussistenza dell’altra. Eppure tant’è.
Anche perché nella “citazione” secondo quanto emerso l’onorevole Calderone avrebbe (ed il condizionale è enorme), secondo la tesi della Procura, richiesto specifici atti ad Alagna come quelli di “disporre nomine dirigenziali, incarichi e trasferimenti di personale” come scrive sempre il quotidiano di Messina. Tali richieste sarebbero state rivolte ad Alagna da Calderone per il tramite del segretario Alessio Arlotta.
Di certo l’indagine in questione non scoperchia vasi di Pandora sconosciuti nell’ambito della sanità pubblica e non solo. Sui fatti tutti da approfondire e che, ricordiamolo, sono ancora nella fase delle indagini preliminari e che potrebbero concludersi in un nulla di fatto, bisogna ancora fare tanta chiarezza. Anche alla luce del lavoro svolto dal manager Alagna che subentrò all’ex La Paglia in un momento assai critico con il Covid ancora attivo e in piena pandemia. La figura dell’onorevole Calderone, in particolare, è assai delicata in quanto, mentre viene citato nell’indagine della Procura, dall’altro egli stesso è dal novembre dello scorso anno è componente della Commissione Parlamentare Giustizia. Sarà determinante, nel prosieguo delle indagini, cosa deciderà di fare la Procura: se concludere le indagini archiviando o rinviando a giudizio, e soprattutto, in questa evenienza, chi.